Nord e Sud - anno XX - n. 159 - marzo 1973

Gaetano Ruello ed Ernesto Sparano È necessario allora ribadire, in questo momento del dibattito, che risulta di fondamentale importanza intendersi intorno ad un punto, a nostro avviso, determinante per le decisioni che dovranno essere prese in sede competente, e cioè che, al di là delle affermazioni di principio, bisogna di fatto impegnare tutte le forze disponibili, affinché le finanziarie sorgano, non già come organismi con funzioni analoghe e concorrenziali rispetto ai tradizionali istituti di credito e men che mai come enti di salvataggio di aziende dissestate, ma, al contrario, come enti destinati a divenire veri e propri protagonisti dello sviluppo industriale della Regione, strutturate dunque in 1nodo che, nel rispetto delle scelte programmatiche operate nelle sedi competenti centrali e periferiche, il capitale di rischio che esse andranno ad investire venga governato con i più normali criteri di economicità e di redditività degli investimenti, rifuggendo- da qualsiasi forma di paternalismo politico, che risulterebbe certamente di danno alla collettività. Tenendo presente la necessità che questo obiettivo venga realizzato, è bene fermare l'attenzione su un aspetto alquanto· interessante del problema, ricavabile da un « dato >} normativo ricorrente in alcuni statuti Regionali, nei quali è previsto che la ·partecipazione delle Regioni alle finanziarie debba avvenire in termini di partecipazione maggioritaria 21 • Orbene, se in sede realizzativa si ritenesse di dare puntuale esecuzione a questo precetto statutario, la conseguenza, sotto il profilo della quantità di mezzi di dotazione delle finanziarie, sarebbe, a nostro avviso, che esse molto difficilmente potrebbero esser~ dotate di un capitale sufficiente ad assolvere efficacemente le funzioni che loro competono. E ciò perché non ci vuole molto ad intendere che, in termini quantitativi, l'impegno delle Regioni non può assumere dimensioni di rilievo, date le difficoltà legislative di approvvigionamento previste dall'art. 10 della Legge Finanziaria: in base al quale le Regioni, per realizzare lo scopo in esame, saranno costrette ad indebitarsi, o con i privati cittadini emettendo obbligazioni, ovvero con le banche chiedendo mutui ad hoc. Ecco dunque il problema: è opportuno assicurare alle Regioni distribuzione, che ha portato non poche imprese (soprattutto di pastificazione e conserviere) a « produrre senza etichettare». I loro prodotti vengono introdotti nelle più moderne catene distributive realizzate daj produttori lombardi o liguri, con le etichette delle grandi case del Nord, le quali quindi vengono a beneficiare di una fetta ·di reddito sottratto ai produttori campani. E così, non c'è da meravigliarsi se da più parti si registra la scomparsa dal mercato regionale di aziende, che per tradizione ed efficienza sembravano, fino a pùchi anni addietro, inattaccabili dalla concorrenza. 21 Vedi nota 15, ultima parte. 74

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