Nord e Sud - anno XX - n. 159 - marzo 1973

' Regioni e finanziarie regionali incongruenze e le assurdità realizzate dal 1948 ad oggi nel rapporto Stato-Regioni a statuto speciale, in ordine al quale si è verificato indubitabilmente che, a causa della mancanza di leggi-cornice appositamente emanate per le materie di competenza delle Regioni « speciali » e, d'altra parte, a causa di una poco illuminata giurisprudenza della Corte Costituzionale, queste Regioni hanno fatto scarsissimo uso della loro autonomia normativa, senza mai sostituire del tutto la propria disciplina a quella nazionale; tanto è vero che le leggi generali dello Stato, solo in singoli punti derogate dalle norme legislative locali, continuano a vigere nella generalità delle materie da oltre vent'anni attribuite a questi enti 18 • Se si commettesse lo stesso errore per le Regioni ordinarie, l'unico risultato certo di dimensione sociale sarebbe l'ingigantirsi dell'apparato burocratico della Pubblica Amministrazione senza alcun vantaggio per la comunità. Il che vorrebbe dire, in buona sostanza, vanificare il principio del decentramento e deJle autonomie locali, aggravare spropositatamente e senza corrispettivo la spesa pubblica non produttiva, incrementare il fenomeno delle clientele e del sottogoverno ed in definitiva ingenerare confusione e complicazione nell'attività amministrativa a tutto danno del privato cittadino, il cui senso di fiducia nello Stato e nella cosa pubblica subirebbe un ulteriore trauma. La realizzazione effettiva delle autonomie locali, invece, se intesa come strumento necessario per sollecitare la partecipazione diretta e responsabile di tutte le componenti democratiche della comunità ai processi decisionali socialmente rilevanti, può rappresentare la via d2 percorrere per una moderna riforma dello Stato. Se si assume incondizionatamente questo dato, bisognerà avere il coraggio di tutte le decisioni conseguenziali. È nostra impressione, tutta:via che il dibattito su questo tema non venga portato avanti con l'urgenza che l'importanza degli interessi in gioco richiede. È come se dagli impegni di studio ed operativi dei più responsabili centri di decisione, politici, sindacali, accademici, culturali e così via, il tema accennato non venga assunto nella dovuta rilevanza. Il che se fosse vero, sarebbe, come è facile intuire, molto grave e starebbe a dimostrare, da una parte, l'incapacità dei portatori degli interessi locali più qualificati a reclamare responsabilità ed autonomie e, dall'altra, la mancanza di disponibilità dei -maggiori esponenti 1n campo 18 Paladin, op. cit., pag. 79. 71

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