Ermanno Corsi A Massalubrense, quando la gigantesca frana è precipitata sulla Cala di Mitigliano spazzando via le due case coloniche con le dieci persone colte nel sonno, un boato terrificante ha fatto sussultare gli abitanti di tutta la penisola sorrentina, da Castellammare alla Punta della Campanella. Sulla cima di Monte S. Costanzo (480 metri di altezza a Sud-Ovest di Capri) ha subìto un forte scossone anche l'enorme «ombrello» dell'aeronautica militare: un grosso radiofaro, impiantato alcuni anni fa, che ha un'importanza strategica nelle comunicazioni aeree del golfo di Napoli. Serve, infatti, ad orientare la navigazione aerea in una vasta zona interessata da una compatta catena di monti. Importante, Monte San Costanzo, ma non sufficientemente salvaguardato, come del resto non è stato difeso, in questi ultimi anni soprattutto, l'equilibrio idrogeologico della penisola sorrentina e della costiera amalfitana. Anzi si può dire che l'aggressione paesaggistica è stata direttamente proporzionale alla bellezza dei luoghi e la difesa idrogeologica inversamente proporzionale alla loro importanza e utilità pubblica. Località di grande fascino si trasformano, periodicamente, in gigantesche tombe. Dieci anni fa, dalla collina di Termini si staccò un blocco di roccia che distrusse gran parte dell'abitato di Nerano, di Marina del Cantone e del versante amalfitano. Pochi anni dopo, in località Scraio, una valanga di pietre e fango distrusse una intera famiglia. Due anni fa, sei persone sono morte sotto una massa di fango e pietre precipitata dal Monte Pendolo, tra Castellammare e Gragnano. La indiscriminata urbanizzazione compiuta dal dopoguerra ad oggi ha gravemente alterato l'equilibrio naturale della penisola. Si è creata una situzione di estrema precarietà, da tempo nota, ma sempre ignorata di fatto. La speculazione edilizia ha dominato incontrastata. Sono state costruite strade di comodo lungo le pendici collinari, si sono riempiti artificiosamente valloni, sono stati ostruiti impluvi naturali, sono stati realizzati abusivamente insediamenti abitativi ai piedi o sul ciglio di pareti rocciose, sono state sfruttate ad oltranza numerose cave di pietre. Sono state abbandonate le selve di castagni che dividono il Golfo di Napoli da quello di Salerno. L'abbandono del patrimonio boschivo è una delle cause principali dei dissesti che si sono verifica ti. Da oltre un decennio operano sul territorio sorrentino grandi compagnie immobiliari. Prima erano, quasi esclusivamente, napoletane o romane. Da un ' di tempo sono comparse le società straniere, olandesi, tedesche e inglesi. Cercano di portare avanti progetti speculativi in grande, e cominciano da dove le compagnie più piccole hanno dovuto smettere per effetto di sospensioni ministeriali o della Regione Carnpania. Ad esempio, i due cantieri edili che non sono riusciti a devastare la Cala di Mitigliano con le operazioni edilizie note col nome di « Eta» e « Giardino romantico», sono stati rilevati da una compagnia inglese che ha allargato il progetto edilizio, interessando ad esso altre aree sorrentine e altre forze economiche della penisola, non escluso il Sindaco di Sorrento Achille Lauro o qualche notabile democristiano. 44
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