Giornale a più voci intervenire prontamente in ogni situazione di emergenza e a coordinare le operazioni di ricognizione, controllo, prevenzione, bonifica e salvataggio; le due centrali dovrebbero essere collegate permanentemente in modo tale da assicurare una efficace collaborazione, sia per quanto riguarda il controllo e gli avvisi ai naviganti, fornendo loro la massima assistenza metereologica e mareografica, come pure in caso di sinistro. Questo controllo dovrebbe essere effettuato pure sugli impianti a terra anche mediante controlli di polizia, attuando ove possibile una legislazione unifom1e, in quanto gli stessi impianti possono risultare fonte di inquinamento. Si consiglia di stabilire una cooperazione tra le varie imprese di salvataggio italiane e jugoslave, le quali dovrebbero, in caso di sinistro o emergenza, dipendere dalle centrali operative. Dette imprese dovrebbero essere dotate dei mezzi necessari alla bonifica ed al soccorso di navi in difficoltà. Si chiede infine la costituzione di una commissione mista per lo studio e l'attuazione di adeguate rnisure e forme di cooperazione in materia. Fin qui i lavori delle sezioni Triestina e Fiumana delle associazioni italiana e jugoslava di diritto marittimo. Il loro documento e un modello di concisione, realismo e precisione. Non dimentichi però il governo italiano, quando lo prenderà in considerazione, che altrettanto grave fonte di inquinamento dell'Alto Adriatico sono i fiumi dell'Italia settentrionale i quali vi convogliano le acque di risulta di migliaia di industrie, in particolare chimiche, e tutti i liquami degli scarichi cittadini, nonché le acque di drenaggio e di scolo delle campagne di quasi tutta l'Italia s tt ntrionale, le quali, come è noto, sono concimate con migliaia di tonnellat di prodotti chimici fertilizzanti. FABRIZIO PERRONE CAPANO Frane e voragini nell'area napoletana Due avvenimenti drammatici - la gigantesca frana che si è staccata a febbraio dal Monte San Costanzo _ed è precipatata sulla Cala di Mitigliano spazzando via due case coloniche con dieci persone dentro, e la grossa bocca che si è spalancata ai primi di marzo in via Tasso - hanno riproposto il problema dell'equilibrio idrogeologico nella penisola sorrentina e di Napoli che « crolla e uccide», Napoli « città di cartone che scivola a mare». A Massalubrense dieci persone sono state travolte d"a una valanga di pietre e di fango. In via Tasso, sulla collina napoletana, un autista della base navale, Luigi D'Arienzo di 61 anni, è stato inghiottito dalla voragine (profonda 15 metri, larga 5) mentre varcava il cancello di casa sua a bordo di una seicento. Si è salvato uscendo dall'abitacolo attraverso il parabrezza andato in frantumi. Ha vissuto mezz'ora d'incubo in fondo al baratro, accanto alla macchina che non è andata più giù perché si è incastrata tra due cunicoli. « Ho visto le pareti della vor_agine che si sbriciolavano e ho" gridato disperatamente», ha detto ai vigili del fuoco. 41
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