Nord e Sud - anno XX - n. 159 - marzo 1973

Fabrizio Perrone Capano per le petroliere che non esercitano cabotaggio locale e per tutte le navi che superano le 50.000 tonnellate di stazza lorda e inoltre di rotte raccomandabili per tutta la lunghezza dell'Adriatico. Quest'ultima raccomandazione del documento è molto opportuna; si pensi che già la Shell e numerose altre compagnie petrolifere hanno istituito un sistema di circolazione a senso unico in moltissime zone di mare particolarmente trafficate e che alcune associazioni di diritto marittimo studiano la possibilità di consigliare l'istituzione di questo tipo di rotte nel Mare del Nord e nel Mar Baltico i quali, se sono più trafficati del Mare Adriatico, non hanno però il problema dei bassi fondali. La federazione degli armatori britannici ha raccomandato al suo governo di fissare delle rotte a senso unico in sei zone attorno alle isole britanniche in cui la navigazione è particolarmente densa e lo stesso ha fatto un gruppo di armatori giapponesi per quanto riguarda l'arcipelago nipponico. I precedenti quindi non mancano. Ci si può forse chiedere se tali raccomandazioni non sarebbero rivolte con più profitto alle grandi compagnie di assicurazione dal momento che, allo stato attuale del diritto internazionale, il paese rivierasco non ha il potere di imporre in alto mare rotte obbligate a navi straniere. Questa obiezione è però superabile considerando che non è affatto sicuro che esista un obbligo di ammettere in condizioni normali le navi straniere nei porti e che quindi si potrebbe rifiutare l'ormeggio a quelle navi che non abbiano percorso la rotta imposta, salvo le improbabili proteste dello stato di cui la nave indisciplinata batte bandiera. Tornando al documento, vi si raccomanda anche di segnare queste rotte con moderni sistemi elettronici e di imporre un limite massimo di velocità di dieci nodi. Tale limite è comunque ragionevole e da adottarsi senz'altro all'interno del golfo di Trieste, ma quante resistenze susciterebbe da parte degli armatori se, come è sperabile, le rotte obbligate venissero istituite in tutto l'Adriatico? Gli armatori oggi pretendono che le navi viaggino alla velocità economicamente ottimale che nell'Adriatico oscilla tra i 15 ed i 18 nodi. Saranno quindi disposti ad accettare una limitazione che allungherà il percorso da Otranto a Trieste di un buon 50%, tenuto conto tra l'altro del fatto che, come la precedente disposizione sulle rotte obbligate, anche questa, per gli stessi motivi, non si può dire che abbia un fondamento giuridico perfettamente ortodosso? I congressisti di Venezia auspicano poi che le navi percorrenti le rotte obbligate abbiano un margine di pescaggio tale da consentire un 15% di montante d'acqua effettivo sotto il punto di massimo pescaggio dello scafo. Ciò in più povere parole vuol dire che tra tale punto ed il fondo marino dovranno e rvi almeno tre metri d'acqua. Può sembrare a prima vista molto poco ed è infatti appena sufficiente solo perché l'Adriatico è un mare il cui fondo non presenta particolari asperità e la cui superficie non è sconvolta da tempeste particolarmente violente. È comunque una raccomandazione che ci fa capire quanta importanza si annetta alle nuove rilevazioni dei fondali di cui si diceva prima. Altre raccomandazioni riguardano l'opportunità di rendere obbligatorio l'uso dei più moderni sistemi di avvistamento, di ecoscandagli e 38

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