Sandro Petriccione listico potevano soltanto dare priorità a quegli interventi che avrebbero potuto dar luogo a un maggiore temporaneo assorbimento di mano d'opera locale, ma non era loro concesso di .seguire una strategia articolata in direzione di un obiettivo unitario. Ciò conduceva a un'azione che se ha risolto i problemi della formazione di un adeguato ammontare di capitale fisso sociale è stata spesso dispersiva, ed era quasi sempre criticabile sotto il profilo della economicità, e occasione di rafforzamento di vecchi e nuovi rapporti clientelari e burocratici. È necessario, perciò, fissare i punti di orientamento di una metodologia di progettazione in cui il traguardo della massima occupazione sia reso non solo compatibile, ma condizione pregiudiziale dello sviluppo del Sud. Si può subito osservare che nel complesso degli strumenti approvati in particolare attraverso un corretto impiego dei progetti speciali esiste tutto ciò di cui si avrebbe bisogno: si tratta di avviare il processo di razionalizzazione dell'economia meridionale facendo leva sulla riorganizzazione e l'adeguamento delle attività esistenti nei diversi settori di produzione e sulla localizzazione di nuove attività. Tuttavia, affinché l'impiego di questi strumenti abbia successo, occorre che a livello nazionale non vengano adottate misure che ne annullino l'efficacia. In particolare, occorre, riconoscendo non solo verbalmente la priorità del problema del Mezzogiorno: a) far sentire alle imprese settentrionali (nei costi aziendali) il peso dei costi sociali della congestione, non più attraverso i costi della mano d'opera - che è un _modo indiretto e politicamente improduttivo - ma attraverso tutti gli altri oneri aziendali (servizi, energia, acqua, trasporti, tasse, ecc.); b) ridurre gli stessi costi nel Mezzogiorno, attraverso gli strumenti già in uso, ma soprattutto concedendo la totale fiscalizzazione degli oneri sociali alle imprese industriali. Non ci si sofferma in questa sede sul primo punto, la cui importanza non va tuttavia sottovalutata solo che si rifletta sulla circostanza, già rilevata, che gli investimenti industriali, specie delle piccole e medie imprese, consistono nella generalità dei casi nell'ampliamento più che nella costruzione di nuove unità produttive. È chiaro, pertanto, che qualsiasi incentivo al Sud, non accompagnato da disincentivi al Nord, è una forbice con una sola lama. Occorre invece rivolgere l'attenzione sul secondo punto. Non vi è dubbio che, secondo l'ortodossia economica, la riduzione del costo del lavoro al Sud - indipendentemente dall'andamento dei salari 24
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==