Sandro Petriccione stesso modo. In altre parole, gli incentivi avrebbero potuto rafforzare o dare impulso al capitalismo del Sud. Il fatto che ciò non sia avvenuto e che, al contrario, essi abbiano avuto .l'effetto di generare un gran numero di imprese traballanti, sta a dimostrare che è altrove che debbono ricercarsi le cause di tale fenomeno. In secondo luogo, si ritiene che non sia giusto accusare la classe politica tout court, di non aver destinato un sufficiente ammontare dell3 ricchezza nazionale al Mezzogiorno. L'ammontare di risorse destinato al Sud è stato come si è detto molto cospicuo e non si può dire che il problema meridionale non sia stato sempre presente alla classe politica italiana. Se si dovesse misurare la volontà politica dalle concrete realizzazioni non v'è dubbio che si rimarrebbe colpiti dai grandi investimenti del settore pubblico: si pensi nel solo campo dell'industria a Taranto, all'Alfa Sud, agli impianti petrolchimici di Priolo, Gela e Porto Torres. Ma se invece essa venisse valutata in rapporto alle misure politiche capaci di garantire più elevati livelli di benessere alle popolazioni meridionali, si potrebbe constatare come l'errore sia di intendere lo sviluppo del Mezzogiorno in termini di mera espansione della capacità produttiva piuttosto che in rapporto alla creazione di nuovi posti di lavoro. C'è d'altra parte da chiedersi ancora una volta perché gli imprenditori settentrionali non abbiano fatta propria la politica meridionalistica. La mancanza delle jnfrastrutture, pur rilevante in qualche caso, non rappresenta un impedimento insormontabile per le grandi imprese italiane: queste hanno potuto nel recente passato ottenere dallo Stato ben altri sostegni che non la semplice infrastrutturazione delle aree industriali. In realtà, gli imprenditori dell'industria non sono riusciti a far proprio il problema meridionale per due ragioni principali: a) perché è stato sempre possibile importare nel Nord mano d'opera senza alcun apparente effetto negativo sull'equilibrio aziendale. C'è, anzi, da dire che l'importazione di mano d'opera finché era possibile e utile, in quanto riguardava lavoratori aventi le caratteristiche domandate dalle imprese industriali, aveva come conseguenza di ridurre la pressione salariale al Nord, limitando le condizioni di piena occupazione per le classi di lavoratori particolarmente richiesti dall'industria. Si tenga pure presente c~ n.essun incentivo sarà mai in grado di far preferire, all'ampliamento di una fabbrica esistente, la costruzione di una nuova fabbrica altrove, a meno che ciò non si renda necessario per motivi tecnologici. 22
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