Oneri sociali e Mezzogiorno produttive - atti al loro conseguimento. Ma le ragioni addotte sono a volte oscure! Persino un documento come il Piano Giolitti condivideva una certa dose di scetticismo verso i progetti speciali, addirittura a livello nazionale: in quella sede i progetti nascondevano una carenza di strategia economica nel lungo periodo e si finiva per effettuare il recupero di tale strategia soltanto nel calcolo della compatibilità delle spese. Non a caso in Italia la politica economica ha avuto sempre una forte predilezione a concentrarsi sui problemi di compatibilità invece che su quelli concernenti la strategia. Questa insufficienza ha indotto alcuni a trovare rifugio in soluzioni istituzionali: per esempio, c'è chi ha sostenuto l'eliminazione del complesso di interventi della « Cassa » e l'affidamento delle risorse interamente alle Regioni, forse nella speranza che dal conflitto di interessi tra Stato e Regioni si creassero le condizioni per uno sviluppo autonomo di almeno qualche area meridionale. Tale schema prescinde dal fatto che, se si vuole che operi un meccanismo riequilibratore della formazione di capitale, esso non può essere di natura esclusivamente finanziaria, ma si fonda sull'esistenza di un ammontare di capacità tecnico-organizzativa, particolarmente scarsa nelle regioni meridionali. Bisogna invece sottolineare, come più volte affermato da Saraceno e da Pescatore, che la strumentazione che è nelle leggi per il Mezzogiorno non può da sola costituire il fondamento di una strategia di sviluppo nel Mezzogiorno. Questa strategia è tuttora oggetto di analisi, ed è dall'analisi che bisogna derivare il quadro complessivo entro cui indirizzare la strumentazione d'intervento. È possibile, tuttavia, tratteggiare rapidamente le linee di fondo di tale analisi. Si può partire facendo accenno ad alcuni punti fermi che, sia nel pensiero meridionalistico, sia nella pratica, appaiono ormai acquisiti. Si osserva, in primo luogo, che il mancato sviluppo meridionale non dipende dagli strumenti dell'intervento straordinario o almeno non ne dipende in modo decisivo. È vero - lo si è riconosciuto innumerevoli volte - che gli incentivi all'industrializzazione hanno privilegiato il fattore capitale ai danni del fattore lavoro. Ma questo non è che il loro effetto nella struttura dell'economia. Come spinta alla imprenditorialità meridionale avrebbero potuto invece funzionare: per l'imprenditore meridionale il carattere degli incentivi non era diverso da quello per l'imprenditore settentrionale· e il primo avrebbe, astrattamente, potuto sfruttarli allo 21
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