Nord e Sud - anno XX - n. 159 - marzo 1973

Sandro Petriccione La teoria e la prassi economica da Keynes a Robinson e Myrdal hanno dimostrato ad abundatiam che concentrarsi sui semplici aspetti quantitativi dello sviluppo, trascurando le componenti qualitative, settoriali e territoriali, di esso, distoglie la riflessione dall'allocazione delle risorse, fa apparire trascurabili o secondari gli obiettivi pubblici dello sviluppo. Se il Mezzogiorno è purtroppo ancora una volta al centro del1' attenzione del paese ciò avviene oltre che per un riconoscimento retorico della sua centralità nella politica economica italiana, per il fatto che è proprio da quella area che partono gli impulsi principali di squilibrio e di tensione economica in cui versa il paese. È pertanto intorno alla problematica di sviluppo del Sud che è necessario nuovamente riflettere. Un approccio realistico alla problematica meridionalistica non può prescindere dall'utilizzazione degli strumenti disponibili e in primo luogo della nuova legge di finanziamento della « Cassa per il Mezzogiorno» (legge 6 ottobre 1971, n. 853) e della introduzione di strumenti operativi che abbiano efficacia strutturale e congiunturale. Questa legge C(?ntiene molti aspetti positivi, ma anche lati . oscuri che potrebbero indurre a facili fraintendimenti. Già nel primo periodo di applicazione, i suoi princìpi ispiratori sono stati intesi alla maniera tradizionale: una grande quantità di risorse messe a disposizione dalla « Cassa » è andata a finanziare un vasto piano di completamento secondo la logica degli interventi in opere pubbliche, le quali, com'è risaputo, hanno nel passato caratterizzato l'attività della « Cassa ». La stessa politica di incentivi industriali non ha subìto apprezzabili trasformazioni - neppure a livello legislativo - e continua a sussistere il pericolo, in qualche caso già verificatosi, di incentivare industrie ad alta intensività di capitale piuttosto che di mano d'opera. Vi è stato anche il pericolo che l'istituto di intervento costituito dai progetti speciali venisse attuato in forme tali da non differenziarsi dalla spesa in singole opere pubbliche. Le inter-. pretazioni restrittive della legge sono state combattute a fondo, e si sono registrati alcuni successi. Sono chiare le ragioni che inducono a surrogare la spesa per singole opere pubbliche con quella per progetti: questi condurrebbero ·a una spesa pubblica economicamente e socialmente utile attraverso la precisazione del nesso tra obiettivi della politica economica e strumenti - nel settore delle infrastrutture o delle attività 20

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