Nord e Sud - anno XX - n. 159 - marzo 1973

Recensioni un'alternativa» non è certo una caratteristica degli eventi naturali, ai quali è necessità accadere - salvo errori di calcolo - secondo le previsioni della scienza. Un fatto sociale, invece, ha le stesse possibilità di verificarsi del suo contrario: entrambi sarebbero intelligibili all'interno del medesimo campo sociale. Scaturisce da quanto s'è detto come appartenga alla filosofia la prerogativa di essere una « ricerca neutrale», essendo « connessa infatti alla consapevolezza che l'intelligibilità assume molte e diverse forme [ ...] la consapevolezza che la realtà non ha alcuna chiave». Per contrasto, si potrebbe desumere che il sapere scientifico sia 'parziale' e fornisca la 'chiave' ossia la 'regola' del comportamento del mondo fenomenico, laddove il sapere filosofico e sociologico, con1e s'è visto, non deve proporre regola alcuna, ma limitarsi a intendere ciascuna «cosa» intellettuale o sociale entro i,l sistema di sigrtificati al di fuori del quale essa svanirebbe nella sua specificità. Il saggio del Winch ripropone quindi, sia pure in forza di un diverso argomentare, la distinzione assai nota tra scienze della natura e scienze dello spirito, distinzione che riesce polemica nei confronti di quegli autori e di quelle correnti di pensiero cui tornava e torna congeniale la riduzione delle ultime alla prime o viceversa. Tuttavia, se quella che abbiamo chiamato 'parzialità' della scienza non approda, né potrebbe, ad alcuna discriminazione assiologica (è sua la sfera del Mussen, non quella del Sollen), neppure ci pare che la conclusione di una « neutralità» della filosofia possa vantaggiosamente esser tratta ai fini di una reale comprensione del mondo pratico-sociale. Indubbiamente, l'intelligenza storica segue un metodo genetico, sia pur limitato entro orizzonti culturali - propriamente, monografici - ben determinati, ma essa non può pretendere ad una apatica contemplazione del suo oggetto, che ne smorzerebbe fatalmente il vigore conoscitivo, riducendola alla funzione statica di mera ricostruzione di eventi significanti all'interno di un ambito di valori dato. La storicità dei valori, in fondo, non è che la loro scorza esterna, la fenomenicità di un ordine assiolog1co trascendentale che trova le sue fondamenta nello stesso concetto di essere umano; e, benché sia poco opportuno e oltremodo imbarazzante perdere di vista o addirittura confondere un problema di natura logica con un altro di natura pratica, pure la «neutralità» filosofica non può certo venire intesa come sintomo o effetto di una discutibile separazione tra valori e facoltà di conoscere. Se la comprensione deve rivolgersi innanzi tutto al « quadro sociale» entro cui sono possibili delle regole, non rimane escluso, però, che essa possegga una sua propria norma, interna e non esterna, quasi condizione imprescindibile del suo fattuale esplicarsi. L'intelligenza storico-culturale, dunque, non riconosce come proprio il mero compito di allontanare da sé gli eventi ·del mondo umano, onde poterli meglio connettere entro una trama assiologica autonoma (data) e quindi in121

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