Nord e Sud - anno XX - n. 159 - marzo 1973

Vittorio Barbati molti altri accordi di quel periodo, e non solo di quel periodo, esso poggiava su basi non del tutto solide: era basato, più che altro, sulla buona volontà delle parti contraenti. L'inviolabilità dei confini fra la Francia, il Belgio e la Germania, che esso sanciva, era fondata, oltre che sull'impegno di queste tre nazioni, sulla « garanzia » anglo-italiana. Non è difficile immaginare quale potesse essere il valore di tale « garanzia » se si considera che né l'Inghilterra né l'Italia potevano intervenire militarmente per farla rispettare. A parte il fatto che, probabilmente, non avevano nemmeno l'intenzione di farlo. Comunque, il Trattato di Locarno rappresentò una svolta nella politica internazionale: consentì la « normalizzazione » dei rapporti francotedeschi ed aprì alla Germania le porte della Società delle Nazioni. Ma lasciò più o meno inalterata la situazione europea. Per quanto riguardava in modo specifico l'Italia, non contribuì a chiarire i rapporti fra l'Italia e la Germania e, tanto meno, i rapporti fra l'Italia e la Francia. Dopo Locarno, indubbiamente, si stabilì in Europa un clima più pacifico - quel clima che pochi anni più tardi avrebbe portato all'utopistico Patto Kellogg 9 - ma i problemi di fondo rimasero sul tappeto. A distanza di non molti anni quei problemi sarebbero riapparsi, più gravi e minacciosi di prima. Politica interna e politica estera Fino all'inizio degli anni trenta, ossia fino a quando il clima internazionale non mutò nuovamente, la politica estera mussoliniana fu, sotto molti punti di vista, una politica in tono minore. Continuò l'accordo italoinglese, continuarono gli screzi fra l'Italia e la Francia (soprattutto per la concorrenza che le due nazioni si facevano nel bacino danubiano, per le aspirazioni italiane in Africa e per la controversa questione della parità navale), e continuò a persistere l'ostilità italiana all'eventualità del1' « Anschluss » austro-tedesco. Non mancarono, è vero, degli spunti « revisionistici » - e, del resto, non erano mancati fin da quando Mussolini aveva assunto il potere, a parte il fatto che prima di lui certe posizioni le avev':1 già assunte Nitti_ 10 - ma, nel complesso, la politica estera italiana non procedette su binari veramente nuovi. 9 Il Patto Kellogg, stipulato a Parigi il 27 agosto 1928 dalle principali potenze, fu ~n generico patto di rinuncia alla guerra. Ottenne rapidamente molte adesioni perché le affermazioni di principio non costano niente e, in fondo, non vincolano· nessuno. 10 Durante la Conferenza di San Remo del 1920, Nitti propose di sciogliere la Commissione per le riparazioni e di fissare per queste una cifra « ragionevole ». Si oppose poi ad ogni partecipazione italiana all'occupazione della zona renana. 104

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