Vittorio Barbati v1c1na; la seconda per la questione dell'Alto Adige e perché, in. caso di annessione dell'Austria alla Germania, si sarebbe trovata ad immediato contatto con una nazione potente e dominata da una forte carica espansionistica. Ma né la Francia né l'Italia trassero da ciò le opportune conclusioni. Il primo interesse delle due « sorelle latine » sarebbe stato quello di trovare, al di sopra dei contrasti che le dividevano, una linea d'azione comune, che con ogni probabilità, se fosse stata basata su criteri di «moderazione», avrebbe potuto avere anche l'appoggio britannico. La Gran Bretagna infatti - dopo la parentesi « estremistica» della Conferenza della pace - si stava orientando nuovamente verso la sua politica tradizionale, diretta a favorire, in funzione della sicurezza britannica, l'equilibrio fra le potenze europee, e quindi contraria all'affermazione di qualsiasi egemonia nel Vecchio Continente. Il fatto che la Francia, sia pure per motivi in parte « precauzionali », tendesse a divenire la potenza egemone d'Europa non poteva certo incontrare il favore di Londra. Stando così le cose, forse solo una linea congiunta franco-italiana, capace di « moderare » la politica francese, avrebbe potuto rendere tale politica accetta all'Inghilterra. Questa è un'ipotesi e vale solo come tale. Non sappiamo se essa fu presa in considerazione, anche se qualche indizio può farci ritenere che ciò avvenne 7 • La sua realizzazione, comunque, avrebbe dovuto portare ad una radicale revisione delle linee di condotta di entrambe le nazioni. E ciò non avvenne. O almeno non avvenne in questo senso. La Francia e l'Italia continuarono a froteggiarsi nell'area danubiano-balcanica e continuarono ad allontanarsi l'una dall'altra. La politica balcanica dell'Italia in quel periodo si sviluppò in tale quadro. I « Patti di Roma», sottoscritti con la Jugoslavia il 27 gennaio 1924, avrebbero dovuto costituire la base di una concreta collaborazione. Ma questa collaborazione, ammesso che le due parti la volessero veramente, rimase nel limbo delle buone intenzioni. Con quei «Patti», in sostanza, l'Italia conseguì un solo risultato utile: l'annessìone di Fiume, che divenne effettiva il 22 febbraio dello stesso anno. Per il resto i contrasti fra le due nazioni continuarono. E furono inaspriti dalle manovre 7 Il governo francese propose a Roma la stipulazione di un accordo a due per il rispetto della frontiera meridionale della Germania. L'offerta, nonostante l'opi- · nione favorevole dell'ambasciatore italiano a Parigi, Romano Avezzana fu declinata da Mussolini. Probabilmente si sarebbe trattato di un patto limitato' e non di un accordo idoneo ad eliminare tutti i motivi di frizione esistenti fra i due paesi. Ma avrebbe potuto rappresentare un buon inizio su quest'ultima strada. 102
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