La politica estera dell'Italia fra le due guerre (I) in seguito all'occupazione della città (settembre 1919) da parte di D'Annunzio e dei suoi volontari. Nitti non riuscì a risolvere la questione, anche perché nel frattempo la situazione interna aveva continuato a deteriorarsi, e cadde a sua volta, lasciando il posto ad un nuovo ministero Giolitti (23 giugno 1920), che riuscì ad avviare a soluzione il problema adriatico, concludendo, il 12 novembre, il Trattato di Rapallo con la Jugoslavia 4 • Con tale accordo, l'Italia otteneva ìe Alpi Giulie, l'Istria e Zara; alla Jugoslavia rimanevano la Dalmazia e le isole adriatiche, ad eccezione di Cherso e Lussin. Questa sistemazione, che era stata resa possibile anche dal ritiro degli Stati Uniti dagli affari europei, rientrava nel quadro della politica di « buon vicinato» che il governo Giolitti cercava di attuare. Restava la spina di Fiume, che D'Annunzio non intendeva abbandonare. La questione fu risolta dal governo allontanando con la forza i legionari dalla città, ma lasciò uno strascico destinato ad avere conseguenze interne di vasta portata. Intanto il quadro internazionale stava mutando. Mentre gli Stati Uniti si chiudevano nel loro isolazionismo, emergevano numerosi motivi di disaccordo - per il trattamento da riservare alla Germania, per le riparazioni, per le sfere d'influenza nel Vicino Oriente, ecc. - fra gli inglesi ed i francesi. In questo clima l'Italia avrebbe potuto trovare un più ampio spazio di manovra. Ma il governo Giolitti aveva le mani legate da una situazione interna che continuava ad essere difficile. Le difficoltà interne condizionarono anche la politica estera dei governi succeduti a quello di Giolitti: il ministero Bonomi, che restò in carica dal luglio 1921 al febbraio 1922, e il ministero Facta, che « durò » fino alla « marcia su Roma ». In questo quadro - se si eccettua il silenzioso ritiro, avvenuto nel 1921 (e determinato dalla previsione, rivelatasi fondata, della vittoria dei rivoluzionari turchi di Mustafà Kemal), delle truppe che erano state inviate in Asia Minore - un solo fatto veramente significativo caratterizzò, dopo il Trattato di Rapallo, la politica estera italiana: la firma, il 6 febbraio 1922, del Trattato di Washington, detto anche « delle Cinque Potenze» (Francia, Giappone, Gran Bretagna, Italia e Stati Uniti), per la limitazione degli armamenti navali. Con tale trattato, imposto dalla necessità di porre un freno ad una 4 È il caso di notare che già durante la Conferenza della pace, e precisamente il 5 aprile 1919, era stata tenuta una riunione della delegazione jugoslava (Pasic, Trumbic, Vesnic e Smodlaka), per studiare la possibilità di raggiungere un accordo diretto con l'Italia sulla questione adriatica. 99
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