Nord e Sud - anno XX - n. 158 - febbraio 1973

Il porto di Napoli scambio si è sempre più rapidamente ridotto proprio per le merci secche, nei cui confronti non si è potuto operare il correttivo rappresentato dalla crescita delle unità di carico che, con l'avvento delle superpetroliere, ha consentito alle rinfuse liquide di sopportare gli oneri della più lunga rotta del Capo di Buona Speranza. D'altra parte, anche gli olii minerali provenienti dal Medio Oriente sono oggi in gran parte convoglia ti per oleodotto verso terminals marittimi del Mediterraneo Orientale, da dove raggiungono il nostro paese. Infine, la crescente quota di prodotti petroliferi greggi provenienti dalle più brevi rotte dell'Africa Settentrionale ha contribuito a ridimensionare il peso, un tempo preponderante,' dell'interscambio con i paesi del Vicino Oriente. Infatti, per il settore petrolifero, la tendenza generale al livellamento dei prezzi nei paesi d'origine ha fatto sì che l'incidenza del nolo marittimo sia fattore determinante nella politica di contenimento dei costi del greggio reso alle raffinerie, dal che il rilievo che assume il rapporto tra ubicazione dei giacimenti e localizzazione delle attività di lavorazione. Se per queste situazioni i fatti geografici sono obiettive cause di modificazione dei flussi tradizionali, nel senso che condizionano fortemente la geografia della circolazione marittima, esistono altre cause, interne alla stessa economia portuale, dalle quali dipende considerevolmente il presumibile sviluppo delle attività portuali. È questo il caso di alcune rinfuse secche, quali i cereali, che richiedono un'attrezzatura specializzata nei porti (sili, nastri trasportatori, etc.) capace di consentire rapide operazioni di sbarco ed imbarco della merce, in modo da evitare ai ricevitori e ai caricatori gli oneri delle controstallie. Nel porto di Napoli il grano ha sempre coperto una considerevole aliquota del movimento complessivo delle rinfuse secche sbarcate ad ha conosciuto forti incrementi negli anni passati, ai quali, di recente, è seguita una certa contrazione, provocata proprio dall'inadeguatezza delle attrezzature di stoccaggio. Anche se è presumibile un costante sviluppo delle produzioni interne, il mercato italiano del grano continuerà necessariamente ad essere fortemente tributario dell'estero, in conseguenza della forte domanda interna di grani duri e teneri d'importazione. Per le produzioni di paste alimentari la vigente legislazione obbliga i fabbricanti all'esclusivo impiego di grano duro, mentre il grano tenero, più ricco di glutine, è assorbito fortemente per le lavorazioni di pregio (pasticceria, biscotteria, panificazione di lusso). Infine, lo sviluppo programmato delle pro~ duzioni zootecniche richiederà necessariamente un forte consumo di cereali per l'alimentazione del bestiame da ingrasso, con la conseguenza che, presumi~ilmente, l'importazione di cereali, in un breve volgere di tempo, crescerà considerevolment_e. È quindi evidente come potendo di77

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