Argomenti motivi di crisi della nostra edi1 toria giornalistica sta forse proprio nella mancanza di imprese finalizzate nello scopo precipuo di fornire informazioni a pagamento. Se in tutti i quotidiani italiani è di gran lunga l'interpretazione a prevalere sulla notizia è perché le aziende che li pubblicano hanno scopi assai diversi: la catena di rotative serve loro essenzialmente a sfornare una serie di discorsi, per fini partitici e economicopolitici, che esse offrono ai lettori nel contorno di qualche lontana spigolatura. È per questa via che il giornale diviene, stanti anche le costose strutture che comporta, un vero dono interessato fatto da un gruppo economico o politico. Il fatto è tanto più palmare per il Mezzogiorno dove, eccezion fatta per il « Corriere del Giorno » - espressione di gruppi politici (DC) d'importanza meramente locale -, i tre quotidiani maggiori sono il prodotto di aziende che chiaramente nulla hanno a che vedere con la vera editoria giornalistica: il Banco di Napoli e l'armatore Achille Lauro. Sicché finiscono con l'essere in definitiva, il bollettino delle correnti di partito che hanno raggiunto un momentaneo equilibrio di potere al vertice della grande banca o, nel caso del « Roma », il sommario giornaliero delle veline della Destra Nazionale. Quando l'impresa giornalistica non è realmente tale nessuna meraviglia che si accentui lo iato tra pubblico e quotidiano. Mancano l'elasticità mentale e tecnica per tastare il polso del pubblico. E quando a questo problema di fondo della struttura dell'azienda giornalistica si aggiungono le altre difficoltà già elencate le sorti del quotidiano appaiono decisamente segnate. La lentezza dei collegamenti, ad esempio, oltre a gravare in senso altamente negativo sul bilancio della distribuzione delle aziende giornalistiche meridionali, incide ancor più sul piano della capacità di coinvolgere l'interesse dei lettori della periferia, in quanto, per giungere a destinazione nella mattinata, le pagine delle edizioni dedicate alle province sono costrette a chiudere molto per tempo. La mancanza di piccoli quotidiani locali, a parte quello che interessa la provincia di Taranto, accentua le difficoltà tecniche. Perché la distanza tra i centri di realizzazione del giornale (Napoli e Bari) e le aree in cui questo dovrebbe trovare diffusione è notevole e le redazioni locali che curano le pagine di cronaca regionale o provinciale, date la precarietà dei quadri e la distanza dai centri di effettivo coordinament? ed elaborazione delle notizie, si trovano nell'impossibilità di dare un panorama aggiornato e di sufficiente interesse dei problemi locali. È evidente a questo punto come si possano affermare, in vaste aree, giornali editi fuori del Mezzogiorno, con un impianto organizzativo più solido e migliore apparato distributivo, favorito anche dalla struttura 93
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==