Nord e Sud - anno XX - n. 157 - gennaio 1973

Pasquale Coppola prattutto uno stretto legame col fenomeno urbano. Nel senso che il giornale, modernamente inteso, trova più ampia diffusione nei centri maggiori, che sono poi anche, di solito, quelli eh~ godono di più felice posizione e di migliori collegamenti. La « dimensione urbana » è dunque quella propria del quotidiano : e non parliamo poi del giornale della sera, che in questa indagine è stato trascurato appunto perché fenomeno peculiare delle sole grandi città. Ma lo spazio urbano del Mezzogiorno è estre1namente ristretto: e l'isolamento di gran parte dei centri, la loro estrema perifericità di fronte alla vita politica e sociale dello Stato, tutto ciò che sinteticamente si esprime in una mentalità paesana, limitano nella stessa misura lo spazio del quotidiano. Quotidiano del quale non c'è bisogno dove sono i pochi t1 radizionali leaders d'opinione locali a monopolizzare prima, e a diffondere poi, con tutte le distorsioni di comodo, l'informazione. L'arrivo dei mezzi audio-visivi, con la loro maggiore accessibilità, anche nei confronti di un universo di utenti tra i quali l'analfabetismo è proporzionalmente più diffuso che nel resto del paese, ha eroso nel dopoguerra quel po' di terreno che il giornale avrebbe potuto guadagnare grazie alla modifica in atto di talune strutture economiche e sociali. D'altro canto, la radio e la televisione rientrano nell'ambito di quei beni di consumo compresi nel pacchetto dei simboli di status di una civiltà di massa, e la loro penetrazione non è che un riflesso dell'avanzata di una pseudo-civiltà urbana che « tipicizza » in questo momento la vita del Mezzogiorno. Inoltre, il fenomeno migratorio, che ha svuotato buona parte delle regioni meridionali delle classi adul,te, ha ulterìormente impoverito l'universo degli utenti potenziali dell'Informazione scritta. E la mancanza di una sostanziosa componente operaia, che ha pure abitualmente un suo valido ruolo nella domanda di giornali, non è da meno nel depauperare il mercato: lo si constata agevolmente da alcune rilevazioni campionarie sui lettori dei maggiori quotidiani meridionali, che risultano essere essenzialmente impiegati, commercianti e artigiani. Accanto a questo largo insieme di ostacoli opposti dalla natura del territorio esistono non meno importanti remore collegate alla struttura economico-finanziaria ed all'organizzazione tecnica dell'editoria giornalistica del Meridione e del resto d'Italia. · Già il fatto che in Italia esistano delle imprese gion1alistiche è affare assai dubbio. In realtà, come ebbe a rilevare anni fa Nello Ajello proprio su questa rivista, e con1e hanno più volte ribadito altri esperti del problema (basti tra tutti ricordare Enzo Forcella), uno dei più grossi 92

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