Nord e Sud - anno XX - n. 157 - gennaio 1973

Vincenzo Litta necessità dell'azienda, ma anche nei confronti delle esigenze di semplicità e di chiarezza sentite dal pubblico. Le novità che, invece, influiscono sulla struttura della telefonia interurbana, vanno esaminate con maggiore approfondii11ento, perché è su di esse che si basano non solo l'andamento attuale del traffico telefonico ma anche la fisionomia futura di questo servizio pubblico così importante coinvolgente aspetti sociali, geografici ed economici. L'abolizione della tariffa unica distret• tuale si riallaccia alla ristrutturazione della distribuzione geografico-telefonica operata con il citato nuovo piano regolatore telefonico nazionale. Si inquadra inoltre nel programma di ammoàernamento ed ampliamento delle reti urbane previsto anche dalle disposizioni particolari e transitorie della delibera interministeriale. Tutto ciò significa che circa 1.500 reti urbane minori saranno assorbite entro il 1° agosto 1973 da reti maggiori. Tale innovazione dimostra che è stata sentita finalmente la esiguità, già pit1 volte fatta notare, dei confini municipali per le reti urbane dei piccoli centri. È stato già detto che la rete telefonica urbana non ha senso se non aderisce organicamente ad una realtà urbana reale che nei grandi centri si identifica con il comune, ma che nei piccoli centri si realizza quanto meno nel circondario. Le necessità e le esigenze che il telefono viene a soddisfare sono quelle dei servizi primari, servizi che non si esauriscono, per le zone rurali e n1ontane, nell'ambito comunale strettamente considerato. Sulla scia di tali considerazioni le nuove norme telefoniche aboliscono circa la metà delle reti, unificandole a quelle più grandi. Tuttavia si è dovuto tener conto dell'art. 213 del Codice Postale e delle telecomunicazioni che impone un limite massin10 di 10 Km di raggio in tale materia. È così che la tendenza alla semplificazione ed all'ammodernamento delle strutture telefoniche si è fermata ai limiti del settore per non toccare minimamente il distretto, assumendo ancora per essi i concetti e i criteri che li governano da 50 anni. Quasi certamente non si sbaglia se si afferma invece, che la telefonia del domani deve distinguere nettarnente la telefonia urbana, soluzioni intermedie potrebbero essere adottate efficacemente. Ferma restando la distinzione in reti urbane, settori e distretti, in ossequio alla normativa vigente, i criteri di tassazione urbana andrebbero estesi al settore, mentre nell'ambito distrettuale la conversazione dovrebbe avere quanto meno la durata tassabile unitaria di 5 minuti primi. Soltanto la telefonia interdistrettuale verrebbe, così ad essere quella interurbana vera e propria, secondo la naturale configurazione di un moderno sistema telefonico articolato su scala nazionale. Queste osservazioni assumono oggi tutta la loro reale portata alla luce della realizzazione e del consolidamento della teleselezione integrale da utente. Mentre, quindi, si presentano queste esigenze, direttamente connesse ad una sana politica telefonica, non si può non prendere atto degli sforzi che, in• occasione del recente provvedimento, si sono fatti in tale direzione. Connesso ad una efficace razionalizzazione del servizio automatico è l'allargamento del periodo di tariffa ridotta per il traffico in TSU. Aumenta con 88

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