Nord e Sud - anno XX - n. 157 - gennaio 1973

Mario Pagano - A!aria Laura Gasparini condividiamo, e s'è già detto perché, l'opinione di chi ha visto nella solitudine l'assai probabile destino del ragazzo nelle pagine dopo l'ultima, nel « secondo volume» - quello che non viene scritto mai, e che per il lettore equivale a ciò che è, per lo spettatore, il terzo tempo del film -: sarebbe un epilogo assurdo, se è vero quanto si è osservato sulla normalità di Giacomo. Pur non avendo mai creduto veramente nella legittimità di un'ipotesi critica che confessamente e convintamente contrasti con l'assunto dell'autore, ci accade stavolta di essere in disaccordo non solo con l'interpretazione data - o tentata - del libro, ma con gli stessi suggerimenti che, attraverso l'idea della deformazione, Gabriele Catalano parrebbe imporci più che proporre. Quanto ai personaggi minori essi entrano ed escono di continuo dalla prigione-pregio di una netta delineabilità. Sono, ad un tempo, la semianonima umanità che ha popolato g 1i anni di studio di ciascuno di noi, i volti che riconosciamo, sempre con un inconfessato tuffo al cuore, tra la folla di vent'amii dopo; e la sparuta pattuglia di veri e sinceri « sodali » dei quali condividiamo, oggi come allora, il quotidiano. Nel romanzo, giocano la parte che nella vita gli abbiamo riconosciuta, consentita o negata: in un momento, tutto, nulla l'attimo dopo. Se i toni del romanzo sono stati accostati a quelli del primo Piovene e (ma meno plausibilmente) a quelli del Moravia de Le a1nbizioni sbagliate, nel linguaggio in cui è scritto sono riconoscibili, a nostro avviso, due componenti principali: da un lato, la lunga fedeltà al mestiere di critico - Catalano è al suo battesimo come narratore, ma è l'apprezzato autore di numerosissimi saggi e monografie ~, rivelantesi in una precisione di tratti estrema, che talora, ad orecchie aduse a certa sciatteria di moda, potrebbe suonare preziosità o ricerca dell'effetto; dall'altro, la predilezione per modi, armonie e, a volte, addirittura ritmi espressivi, che ne fa, in alcuni passi, una prosa poetica. MARIO PAGANO L'emigrazione dall'Europa meridionale Un interesse ed un rilievo considerevoli ha assunto, soprattutto in questi ultimi tempi, il problema della emigrazione. Un fenomeno, questo, che si è sempre verificato sin dalle epoche più lontane (non possono forse esserè considerati migratori l'esodo del popolo ebraico attraverso il deserto verso la terra promessa, oppure il viaggio dei pellegrini inglesi verso il nuovo mondo?) e che purtroppo continua a realizzarsi in entità diverse, in modi diversi, per· cause diverse sì ma comunque destinate tutte a modificare profonda-· mente, in senso negativo e in senso positivo, il modo di vita degli emigranti e degli stessi paesi ospitanti. Su questo fenomeno molto si è scritto e molto si continuerà ancora a 82

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