Nord e Sud - anno XX - n. 157 - gennaio 1973

Giornale a più voci Per un partito che è concettualmente incapace di produrre atti politici, che è fuori della costituzione repubblicana, che è portatore di contenuti eversivi e che non sa gestire in modo civile il consenso elettorale, c'è un solo modo di uscire dal ghetto: creare nel Paese un forte stato di tensione per poi proporsi ai moderati, ai benpensanti ed alla borghesia conservatrice, come il partito « dell'ordine e della legalità ». La strategia della tensione è una strada obbligata per il MSI. La tensione viene diffusa dal centro alla periferia. In questi ultimj due anni, come è stato rilevato, mentre la zona di Chiaia è risultata meno attiva, l'iniziativa delle violenze è passata alle zone di Fuorigrotta, del Vomero e di Portici. È a Portici - come ritengono le forze di Polizia e come dimostra l'arresto dei due giovani di 'Avanguardia nazion"ale' - che sono stati organizzati gli attentati al corteo di piazza San Vitale, al Carcere, alla Cassa Marittima e al Mattino. Portici è la sede regionale del movimento che fa capo a Valerio Borghese, il « principe nero». In un quartiere della cittadina vesuviana ha trovato rifugio, per alcuni anni, Luciano Luberti, il « boia di Albenga ». A Portici, durante le elezioni del novembre scorso, Ciccio Franco, la « primula nera» di Reggio Calabria, ha provocato gravi incidenti dopo un comizio. La violenza sistematica è impossibile senza un'organizzazione alle spalle, un'organizzazione politica che affondi le sue radici nella società e nella struttura economica della città. A Napoli questi presuppo ·ti e queste condizioni ci sono. Il MSI può contare su una vasta rete di complicità e di connivenze, di sostegni diretti e indiretti. Per poter operare più liberamente, e con la copertura di questa organizzazione, i gruppi di neofascisti che teorizzano la necessità della violenza, dello scontro frontale e della mobilitazione eversiva, debbono però impadronirsi del partito. Per questo inaspriscono lo stato di conflittualità interna. Lo scontro si fa più duro in vista del congresso provinciale (dicembre '72) che deve eleggere i nuo i dirigenti provinciali e i delegati al congresso nazionale. Lauro e Fiorentino si rifiutano di partecipare ai lavori. Vincono i duri di « Alternativa corporativa». I monarchici sono allontanati dalle cariche direttive della Federazione. Il controllo del partito, conquistato al congresso, scatena gli squadristi. La strategia degli agguati e delle aggressioni ai singoli viene superata rapidamente. Compaiono le bombe. È una sequenza dramn1atica: piazza San Vitale, il Carcere, la Cassa Marittima, Il Mattino. Nelle Assemblee elettive gli esponenti del MSI tengono un atteggiamento provocatorio e di sfida. Abbatangelo capeggia un commando che irrompe nell'aula di Santa Maria La Nova mentre è in discussione un documento antifascista. Alla Sala dei Baroni provoca gravi incidenti e il suo comportamento viene deplorato all'unanimità. L'opinione pubblica è presa dalla paura. Bisogna aiutarla qui a Napoli - città emotiva e irrazionale, dove sottoborghesia e sottoproletariato stanno per saldarsi e per formare il blocco della disperazione - a guardare in faccia i responsabili delle violenze. Bisogna scoprire centrali e mandanti. Gli atti terroristici che hanno funestato la vita della città, fanno parte di un piano preordinato. Sono ideati e 79

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==