Aristide Gunnella un atto legislativo completo. Non si può continuare di vuoto in vuoto, di situazione in situazione, di proroga in proroga; e ci sia consentito dire questo, anche perché noi in tempi non sospetti abbiamo fatto presente la necessità di rispettare certi tipi di termine· - anche sotto l'aspetto psicologico, in considerazione di ciò che si poteva determinare nelle campagne - con estrema responsabilità. Su questo punto non siamo stati seguiti, ma hic et nunc non possiamo che riaffermare i termini dell'urgenza. Per quanto riguarda il problema delle regioni, non dobbiamo dimenticare che nel corso della V Legislatura la maggioranza propose un emendamento ben preciso, tramite l'onorevole Padula, allora relatore; tale emendamento fu respinto dalle sinistre, e dalla destra. Ora - e non bisogna dimenticare ciò che si è determinato nel passato - si ripropone il problema delle regioni, ma in termini differenti, nel momento in cui si ravvisa che nel quadro costituzionale una sentenza è stata emanata, e non riguardo all'agricoltura, ma riguardo all'impossibilità o la non competenza delle regioni nel campo dei diritti intersoggettivi. Se andassimo a determinare limitazioni e posizioni intersoggettive con legislazione regionale (non è una rivendicazione che si fa per il Parlamento nazionale, perché se la Costituzione avesse deciso in quel senso, si deciderebbe secondo le norme), entreremmo in un campo in cui non può essere prevista la possibilità di trattativa differenziata tra cittadini all'interno delle diverse regioni, sotto la protestuosità di condizioni differenti di ordine economico da una regione ad un'altra. Ricordiamo - ed è questo l'argomento che vogliamo sottolineare - che c'è una commissione centrale e che ci sono le commissioni provinciali èon la presenza dei rappresentanti degli ispettorati. Come maggioranza, noi abbiamo proposto che si prevedesse una forma paritetica tra affittuari e concedenti, con la presenza dell'ispettorato, che in base ai decreti di attuazione sono alle dipendenze della regione, che può quindi fornire un orientamento che rifietta determinate posizioni. Ma non possiamo accettare che i fatti di ordine amministrativo o intersoggettivo possano essere l'espressione dei consigli regionali. Questo è un problema di fondo, del quale non può essere accettata nessuna differente impostazione,· se così fosse, si creerebbero principi che non potrebbero non essere validi in tutti i settori. La conseguenza sarebbe una notevolissima differenziazione dei diritti dei cittadini a seconda della regioni in cui vivono. Ricomincerebbero anche le contestazioni di ordine costituzionale fra regioni e Stato, contestazioni che verrebbero poi naturalmente interpretate come interferenze· della Corte costituzionale nelle attività deliberative degli organi regionali: si comprende 74
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