Nord e Sud - anno XX - n. 157 - gennaio 1973

Cronache parlamentari votato). Infatti, manifestamente alcuni aspetti - e non soltanto quelli che la Corte cos1tituzionale ha ritenuto già di sottoporre a sentenza, ma altri, che sono ancora all'esame della Corte stessa - non trovavano fondamento nell'equilibrio di tutti gli interessi che la Costituzione deve poter garantire. Il problema costituzionale, a questo punto, acquista un suo preciso significato e una certa prevalenza. Ci troviamo di fronte a questa pronunzia, che viene in un certo senso contestata dalla sinistra. E tale fatto acquista un significato politico grave perché, se ci si avvia verso la contestazione delle sentenze della Corte costituzionale, per quanto riguarda una serie di interessi che siano ritenuti lesi dalla stessa Corte, è chiaro che promuoviamo un principio estre1namente grave: che la Corte sia uno strumento di attuazione politica, e non di garanzia costituzionale. E se attacchiamo la Corte costituzionale, così come è stato fatto da parte della sinistra, ci troveremo nelle condizioni di non potere ricorrere alla Corte ed accettarne il giudizio, di fronte al popolo italiano, anche per altre questioni sulle quali la Corte sia chiamata a pronunciarsi in base ad una sollecitazione proveniente da una qualche vertenza presso la magistratura ordinaria. Questi sono problemi fondamentali. E se si afferma che il Parlamento deve contrapporre la sua sovranità a quella della Corte costituzionale si cade senza dubbio in una confusione in termini costituzionali dei poteri che la Costituzione invece esprime e separa nettamente. Noi non accettiamo questa confusione di termini. Compete al Parlamento colmare i vuoti determinati dalle sentenze della Corte costituzionale. Non aver colmato questi vuoti dal momento della pronuncia costituzionale, ha determinato indubbiamente uno stato di disorienta,nento nelle campagne, con tentativi di intron1issione da parte della destra con le sue posizioni massimaliste, tendenti persino a mettere in difficoltà quelli che per noi rappresentano gli imprenditori e cioè gli affittuari. È chiaro che noi respingiamo nel modo più assoluto questi tenta, tivi. Del resto conosciamo le argomentazioni svolte dal collega Valori in sede di Commissione, argomentazioni che certamente riporterà in Assemblea, a proposito delle deliberazioni della Corte costituzionale in ordine all'ipotesi delle limitazioni della sovranità del Parlamento. Dal punto di vista politico occorre considerare che da parte di alcuni si cerca di strumentalizzare questi fatti proponendoli come se fossero dati essenziali di tutto e travisando così la vera intenzione della maggioranza e del Governo. Si vuole interpretare le sentenze della Corte costituzionale come se fosse di natura tale da travolgere il principio stesso dell'affitto che invece in _quanto tale non viene per nulla toccato. 69

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