Editoriale banca e del Censis come della stessa relazione dell'on. Bassi per il bilancio del 1973. Non si può addebitare, però, al governo dell'on. Andreotti la colpa di avere provocato l'aggravamento di una situazione economica che questo governo ha ereditato dai governi precedenti. E se il problema di questo governo è di rovesciare, malgrado le sua esigua maggioranza, le tendenze che hanno provocato la crisi, il problema dei partiti che hanno avuto nei precedenti governi le maggiori responsabilità (DC e PSI) è di ammettere che hanno con1n1esso gravi errori e di capire quali errori hanno commesso per poter poi confrontare la risultanze dei loro ripensamenti. D'altra parte, è anche vero che le cause principali della crisi ( e quindi le tendenze che l'hanno provocata) hanno le loro radici a monte delle contingenti formule politiche e vanno ricercate nella realtà economica e sociale del paese. In altri termini, come sempre abbiamo detto e scritto, le cause della crisi di struttura che ci investe sono tutte riducibili alla questione meridionale. Ma proprio di questo non sono stati consapevoli quei governi che, 111.ediante la programmazione, avrebbero dovuto, nella continuità dello sviluppo, assicurare una coerenza di tutte le scelte con la concezione meridionalista dello sviluppo. Certo, la priorità n1eridionalista è stata enunciata a parole molte volte dai governi di centrosinistra, ma le compatibilità n1eridionaliste sono state altrettante volte, se non più volte, maltrattate nei fatti da quegli stessi governi. Del resto, anche il convegno di Perugia della DC ha dimostrato come certi esperti, che hanno tenuto il campo in questi anni quali consiglieri della programmazione, e che frequentano tutti i con1itati, tutti i convegni e tutte le tavole rotonde, siano tutt'altro che consapevoli degli errori che sono stati commessi da quando è stata abbandonata la linea di pensiero che aveva ispirato i documenti preliminari della programmazione, lo sche111a di Vanoni, la nota aggiuntiva di La Malfa, il rapporto di Saraceno. La loro esperienza di università americane è stata forse fuorviata_. per mancanza di quell'esperienza concreta della realtà italiana che ha sempre arricchito i contributi degli esperti formatisi nella Svimez di Morandi e di Vanoni, di Menichella e di Saraceno. E difatti, tra le relazion1 presentate a Perugia, ci è sembrato che si distinguesse proprio quella cui è stato dedicato n1inore risalto nei commenti e nelle polemiche, ma che merita invece di essere oggetto di riflessione e di confronto (di confronto anche e prima di tutto con le relazioni più commentate e più discusse): la relazione di Nino Novacco che pubblichiamo in questo numero di « Nord e Sud», nel suo testo integrale. La rela!ione di Novacco è tutta dominata dalla consapevolezza che, se il Sud non progredisce, regredisce il Nord: affermazione che risulta 5
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