Nord e Sud - anno XX - n. 157 - gennaio 1973

Cronache meridionaliste chi di domanda » di beni strumentali, così come di strutture e di apparecchiature meccaniche, elettromeccaniche ed elettroniche comportati dalla realizzazione dei relativi investimenti. Mi pare si torni così al problema della progra111.mazione. È la progran1mazione la sede nella quale occorre attuare la confluenza. tra preoccupazioni «congiunturali» ed esigenze «strutturali», non su binari paralleli, ma in un intersecarsi di politiche sempre determinate e realizzate in funzione dell'obiettivo « centrale », di unificare a più alto e stabile livello - ad un livello di maggiore produttività ed efficienza - la società e l'economia italiane. Ciò richiede certo che si manifesti e si concreti - in fanne anche giuridicamente impegnative, con 111.odalitàe procedure da definire - una volontà politica chiara e non occasionale, 111.arichiede altresì il rafforzamento tecnico degli organi della programmazione, oggi troppo deboli in sé ed ancor più in rapporto alle resistenze detenninate dalla lentezza delle Amministrazioni e dalla forza delle in1.prese, degli interessi costituiti e dei molteplici centri decisionali, pubblici e privati, ognuno dei quali andrebbe indotto a passare da una visione anarchica ed autarchica ad una strategia di coordinatnento, della quale lo Stato, in tempi non lunghi, può creare le condizioni. L'esperienza della « contrattazione progra1n1nata » è stata assai producente, anche se essa si è svolta non utilizzando appieno tutti gli strumenti - che pure, a suo tempo, vennero accuratamente inventariati - di cui il nostro Stato in teoria dispone per orientare le decisioni delle imprese. Si tratta ora di riprendere quella esperienza, sisten1atizzandola e finalizzandola più di quanto non sia avvenuto in passato, ed allargandola fino a comprendervi anche il condiziona,nento derivante da una manovra efficiente della domanda orientabile del potere pubblico, e dall'offerta programmata, da parte dei pubblici poteri, di « siste1ni infras'trutturali » capaci di determinare convenienze nuove nelle imprese. Lo Stato italiano disporrebbe allora, oggettiva1nente, di una gamma compiuta di strumenti, l'uso efficiente dei quali influenzerebbe e orienterebbe in profondità - pur senza turbare la caratteristica « di mercato » della nostra economia - le decisioni ed i comportamenti da cui è condizionata, con la « ripresa», la soluzione dei nostri mali antichi e recenti. Nel quadro e nel clima creato da una politica di tal fatta - una volta che essa sia stata non solo decisa ed annunciata, ma fonnalizzata e divenuta ce'.ta e impegnativa - sarebbe allora possibile realizzare anche un non occasionale dialogo . e confronto con le forze sociali del 49

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