Nord e Sud - anno XX - n. 157 - gennaio 1973

Cronache meridionaliste gestione delle iniprese - ai modelli propri di situazioni e di Paesi più maturi, è avvenuto non in termini progressivi, ma quasi e come per effetto di reazione ad una troppo lunga compressione, andando al di là non solo di ogni calcolo economico, ma assumendo, soprattutto a livello di base, forme contestative dell'intera realtà preesistente, e non solo in materia economica, ,na anche quanto a modi di essere delle aziende, e del sistema sociale stesso in cui le aziende avevano fino a quel mo1nento prosperato. Il nostro vecchio Stato - da se1npre abituato a gestire senza fantasia l'ordinaria amministrazione di uno sviluppo che lo vedeva come spettatore od al 1nassimo come coadiuvante - ha evidenziato in tale situazione tutte le sue storiche carenze e debolezze, ed ha reso palese la sua incapacità non solo a dominare, ma anche solo ad orientare una evoluzione che, se era nei fatti, non per questo era stata scontata, e che si è manifestata in forme assai impetuose. Se, per suo conto, il mondo industriale era vissuto per anni in una situazione di « piccolo cabotaggio » - contentandosi dei profitti e delle rendite che l'equilibrio determinato consentiva, non impegnandosi di fatto nel perseguimento di obiettivi di diversificazione ed estensione sostanziale dell'apparato produttivo, non avviando né una autonoma attività di ricerca scientifica e tecnica né valide intese in ca1npo internazionale, non preoccupandosi delle tensioni che a livello di gruppi sociali e di territori venivano accumulandosi - le politiche dello Stato si erano limitate ad accompagnare tale navigazione o aprendo se1npre più numerosi « sportelli » cui gli interessati potessero rivolgersi per risolvere, appaggiandosi alle stampelle del pubblico denaro, le loro momen~ tanee difficoltà, o adottando niisure che altro non possono considerarsi se non illusorie « valvole di sfogo » delle tensioni eniergenti. La stessa politica delle inzprese pubbliche ha assolto un ruolo sostanzialmente subalterno, se non altro nella misura in cui esse non sono state elemento determinante per una politica industriale alternativa, e correttiva della carenza di scelte del restante apparato produttivo, fors'anche in relazione alla inesistenza di una chiara definizione delle finalità « pubbliche » che esse avrebbero dovuto perseguire in una economia che resta caratterizzata dall'essere guidata dal «mercato». La tendenziale identificazione che si è venuta poi determinando trq., la definizione « pubblica » e l'orientamen_to « sociale » di esse, ne ha indebolito la caratterizzazione di « imprese », non contribuendo per tal verso al rafforzamento od alla creazione di un co1nparto econoniicamente « san(? » del nostro apparato industriale, mentre i loro conipiti si sono estesi, e si vanno ulteriormente estendendo, verso le infrastrut39

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==