Nino Novacco 1966, la 1329 del 1965, la 1089 del 1968, la 471 del 1969, la 184 del 1971, la 1101 del 1971, e la 464 del 1972. Non si tratta di numeri da giocare al lotto; ognuna delle leggi citate prevede agevolazioni, talvolta a tassi inferiori o uguali a quelli praticati per il Sud, solo talora differenziate di un punto percentuale, sovente lasciate all'iniziativa ed alla assai diversa capacità e potenzialità delle singole imprese, le meglio in grado di raggiungere il nuovo « sportello» con esse aperto, sempre che lo « sportello », come è avvenuto in qualche misura con la GEPI, non sia quasi in via di principio chiuso al Mezzogiorno, con l'applicazione di pararnetri non certo rappresentativi della realtà industriale delle regioni del Sud. In tale situazione, non vi è certo da meravigliarsi, che proprio le imprese medie e piccole siano quelle che 1neno hanno sentito l'attrazione di venire nel Sud, e che l'apparente risultato delle politiche di incentivazione all'industrializzazione sia stato quello di un proporzionalmente maggiore sviluppo degli investimenti - pur necessari all'Italia, e di cui è stata quindi opportuna la localizzazione nel Mezzogiorno - a più elevata intensità di capitale. Non vi è dubbio, d'altra parte, che la capacità di attrarre nuovi operatori nel Sud risulta gravemente cornpromessa dalla circostanza che ad essi non si può ancor oggi dare la certezza, ad esempio, che le agevolazioni fiscali esistenti perrnarranno nel tempo anche dopo l'applicazione della « riforma tributaria», dato che già col Decreto delegato sull'IVA sono scomparse, senza compenso, talune agevolazioni in 1nateria di ICE prima in vigore per favorire i nuovi investimenti produttivi nelle regioni meridionali. Egualmente indicativa delle difficoltà che l'impegno per il Mezzogiorno incontra, è la vicenda del Decreto delegato emanato in applicazione dell'art. 14 della Legge 853; le autorità di governo responsabili della Programmazione e del Mezzogiorno hanno dovuto condurre una dura battaglia per riuscire ad evitare la decadenza della norma che assicura il controllo politico sui « grandi investimenti » nelle zone congestionate, ma non sono riusciti a garantirne una più compiuta efficacia, attraverso il coordinamento con altre norme, quali quelle relative agli aumenti di capitale e all'emissione di obbligazioni. Su tale strada si potrebbe continuare a lungo, ricordando la estensione assunta in passato delle cosiddette « aree depresse del CentroNord », o le prospettive incentivanti di recenti provvedimenti in talune regioni del Nord - dal Friuli alla Lombardia - in ordine alla creazione di « zone industriali», o le sempre più insistenti pressioni, motivate dalla cosiddetta « fiscalizzazione degli oneri sociali», con il peri36
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