Nord e Sud - anno XX - n. 157 - gennaio 1973

Operazione carne 1rolla il 40,7 per cento del pacchetto azionario, mentre un altro 40,7 per cento è della Cassa per il Mezzogiorno ed il 18,6 di istituti di credito) che è già presente nel Meridione nel settore alimentareagricolo con la Al.Co. di Bari, la Irpinia di Avellino e l'Albacora di Napoli. Attraverso l'INSUD, l'EFIM partecipa, insieme alla Cassa e ad un gruppo di banche, al capitale della FINAM (finanziaria agricola del Mezzogiorno) che si impegnerebbe nell'« operazione carne ». A sua volta, la FINAM ha già messo in piedi un'azienda agricolapilota, la GEZOOV (generale zootecnica del Volturno, di Piedimonte d'Alife ), con la partecipazione al 48 per cento di agricoltori locali. Attraverso il rafforzamento di questo primo canovaccio di iniziative si svilupperà l'intervento pubblico per l'incremento della produzione di carne al Sud. Veniamo alla sostanza dei sette progetti che, per la verità, potrebbero anche essere intesi come un unico « superprogetto », dato il necessario coordinamento interregionale. I progetti saranno articolati, per il settore bovino, su due linee fondamentali: una linea d'ingrasso realizzata con unità produttive minori, coordinate con una serie di strutture organizzative di maggiori dimensioni, centralizzate, per un totale di .300.000 capi che impegnerebbero 60.000-70.000 ettari di terreni irrigui; una linea di produzione di vitellini (ma all'inizio, per i primi tre anni, i vitelli saranno quasi esclusivamente d'importazione) da svilupparsi o in pianura (con adeguate forme di premi ed in zone adatte alla produzione di latte) o in collina ed in montagna, attraverso forme estensive di allevamento del bestiame esistente. L'obiettivo complessivo si aggirerà su una produzione di 1,4 milioni di quintali di carne, pari a circa il 10 per cento dell'attuale consumo italiano di carne bovina ( 13 milioni di quintali) ed al 40 per cento del consumo del Mezzogiorno, dove il coefficiente di autoapprovviggionamento è per ora del 47,3 per cento. Ciò comporterà l'allevamento di 300.000 vitelli in circa 500 unità di base, coordinate da una trentina di centri di ingrasso facenti capo ad una diecina di impianti di macellazione e spedizione. Sotto il profilo economico, i sette progetti speciali si propongono di raggiungere una produzione lorda vendibile per il settore bovino di 80 miliardi annui, con un corrispondente valore aggiunto di circa 55 miliardi. Per l'attività di ingrasso dei vitelli saranno interessate prevalentemente le aree irrigue e soprattutto quelle ancora non investite da indirizzi produttivi agricoli a carattere intensivo. Ad esempio: il Biferno e Lanirose (nel Molise); il Vomano e Sul31

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