Demetrio De Stefano con le organizzazioni agricole, potrebbero, invece, liberare i piccoli conduttori dal peso dell'allevamento prolungato del vitello, accollandosi il compito di portare l'animale a pesi più soddisfacenti. Naturalmente, anche iniziative di questo genere rappresentano soltanto un angolo visuale del problema della carne, alla cui soluzione, non dimentichiamolo, concorre in misura determinante la possibilità di convincere il consumatore ad abbandonare il mito del vitello e, ad orientarsi verso tagli più economici e più nutrienti ed 8, non trascurare le possibilità alimentari offerte dai suini, dagli ovini, dai polli e dai conigli. È, in fondo, una situazione simile a quella delle fonti di energia: la via d'uscita passa per la diversifizione dei consumi. · Un fatto nuovo è con1unque quello dell'imminente intervento deciso delle partecipazioni statali nel settore zootecnico per cercare di arginare il pauroso deficit carneo del nostro paese, che comporta un esborso di valuta per più di due miliardi al giorno. Ma dove le partecipazioni statali vogliono creare un piccolo « Texas » all'italiana? Nel Meridione. Ed il discorso si allarga all'azione di volano della mano pubblica per lo sviluppo delle regioni meridionali e, più in particolare, alle prospettive aperte dalla legge 853 del 1971 per il Mezzogiorno attraverso lo strumento dei « progetti speciali ». Il 4 agosto 1972 il comitato interministeriale per la programmazione economica (CIPE) ha dato il via a 21 progetti speciali per il Mezzogiorno: sette di essi riguardano la « produzione intensiva di carne » in Calabria, Basilicata, Puglia, Campania, Molise, Abruzzo e Lazio, con uno stanziamento inizfale di 25 miliardi. L'esecuzione dei « progetti speciali è affidata alla Cassa per il Mezzogiorno ed agli enti ad essa collegati. Ma la Cassa - e qui emerge il nuovo concetto di « agenzia pubblica» - può affidare, secondo l'articolo 3 della legge 853, la progettazione e l'esecuzione delle opere comprese nei « progetti speciali » anche a « società a prevalente capitale pubblico, costituite con la partecipazione degli enti pubblici locali ». La gara tra le diverse braccia delle partecipazioni statali si è subito scatenata: per i « progetti speciali » relativi alla produzione di carne si è fatto avanti l'EFIM (ente partecipazione e finanziamento industria manifatturiera), mentre l'ENI, attraverso l'ANIC, propone di entrare nella combinazione fornendo mangimi derivati dal petrolio (le cosiddette « bioproteine ») che produrrà in uno stabilimento in Sardegna. L'EFIM agirebbe soprattutto attraverso l'INSUD ( di cui con30
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==