Nord e Sud - anno XX - n. 157 - gennaio 1973

Verso l'econon1ia del neodualism.o dei serv1z1 e dagli impiegati pubblici. È superfluo soffermarsi ad osservare quanto le due componenti siano diverse, per posizione econo1nica, per indipendenza dalla amministrazione, per 1 garni con il potere politico, per orientamenti culturali. Non ci si deve quindi meravigliare se anche le grandi città industriali hanno visto, nelle ulti1ne consultazioni elettorali, ritorni di vocazioni autoritarie che dieci anni or sono sarebbero rimaste confinate alle regioni economicamente n1eno avanzate del paese. La lunga d pressione ha avuto così il suo risultato politico. È possibile d'altro canto che il nuovo dualisrno industriale ponga una battuta d'arresto a questa evoluzione. Ora che grande e piccola industria hanno ciascuna trovato la loro strada, il rigonfiamento delle città potrebbe anche rallentare. Da un lato, la grande industria assorbe lavoratori a ritmi ridotti; dall'altro la piccola li assorbe senza necessariamente portar li nelle concentrazioni urbane. La congestione progressiva delle città potrebbe quindi non esasperarsi ulteriormente. Se si a]]enta il flusso di lavoratori che muovono verso le grandi città per lavorare nell'industria, non ci stupiremo di sentir proporre che venga rallentato anche il flusso parallelo di lavoratori che affluiscono verso i servizi, e che in questo periodo ha rappresentato una sorta di contrappeso ideale a] primo. Non a caso, cospicui esponenti d Ila grande industria, gli stessi che p .... x lunghi anni hanno assistito imrnoti alla congestione esasperata dei grandi centri urbani, che non hanno mai levato la voce contro il rigonfiamento in1produttivo del settore dei sen 1izi, che non hanno n1ai avanzato una critica alla politica agrico]a nazionale e con1unitaria che non faceva che accelerare l'esodo dall'agricoltura e automaticamente riversava popolazione nell città anche quando l'industria non manifestava più alcun bisogno di manodopera, proclamano ora l'esigenza di razionalizzare le strutture d 1 settore t rziario. Ora che la popolazione industriale delle grandi città tende a crescere più lentamente, essi possono anche accettare ]'idea che anche la popolazione terziaria rallenti la propria espansione. Il porre un freno alla congestione urbana consente, almeno in apparenza, di rico:::1siderare ancora una volta l'urgenza del problema delle riforme. Buona parte delle riforme, a cominciare da quella della casa, trovava la sua radice nell'addensarsi della popolazione~ nelle grandi città. La riforma della scuola e quella sanitaria traevano certamente alimento determinante dalla congestione urbana. La ristrutturazione dell'industria italiana lungo le linee del nuovo dualismo sdrammatizza invece il_ problema delle riforme per due vie. 25

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