Verso l'econo111ia del neodualisnw con estrema gravità le conseguenze della caduta della domanda, delle strette creditizie ripetute, della stessa pressione salariale. Nel settore delle imprese minori, è probabile che la caduta degli investimenti sia stata più intensa e profonda. Per le imprese maggiori, la . vicenda è parzialmente diversa. Le grandi imprese hanno maggiore possibilità di sopravvivenza, ed hanno potuto trarre dalla depressione tutti i vantaggi che essa offriva, e cioè possibilità di acquisire imprese minori a condizioni vantaggiose, di modificare i processi produttivi, di darsi un'organizzazione in parte nuova. Ed infatti, nel clima generale di ristagno degli investimenti, si nota per contrasto che nel gruppo delle imprese pubbliche (che comprende non pochi dei complessi industriali maggiori del paese) gli investimenti sono andati crescendo progressivamente, dopo avere subito una sola pausa all'inizio della depressione, fra il 1964 ed il 1965. Non è da escludere che, quando la ripresa verrà, e le nuove linee strutturali dell'industria italiana emergeranno con maggiore chiarezza, ci si accorgerà che questo periodo ha finito con il consolidare il vecchio sistema del dualismo, che era tipico degli anni del miracolo economico, ma dal quale, a quanto pare, è ancora possibile trarre vantaggi aziendali non trascurabili. Infatti, di fronte alle esigenze della competitività internazionale, la riorganizzazione attuata dalle grandi e dalle piccole imprese è stata profondamente diversa. Le grandi imprese hanno reagito ricercando livelli sempre più elevati della produttività, riducendo il fabbisogno di manodopera, concentrando la domanda di lavoro sui lavoratori appartenenti alle classi centrali di età. In questo modo, esse sono adesso pronte a fare fronte sia alla competizione estera, sia (e questo è forse ancora più importante) a fare fronte alla pressione salariale. Le imprese minori hanno invece battuto una via diversa. Esse hanno puntato sull'adozione di processi produttivi decentrati, frazionando le lavorazioni, valorizzando il lavoro a don1icilio (le notizie contenute nell'ultimo rapporto del Censis sulla situazione sociale del paese sono estremamente significative). Questa strategia ha loro consentito di utilizzare le frange marginali della forza-lavoro (manodopera anziélna e femminile), di adottare tipi di remunera• zioni a cottimo che accrescono gli orari di lavoro e riducono il salario orario, di eliminare le controversie sindacali, eli1ninando la stessa struttura della produzione di" fabbrica. Organizzazioni di questo genere, per antica tradizione, esistevano nell'industria dell'abbigliamento, o in quella delle calzature e dei pella1ni; ora esse si sono este.se al settore della maglieria e delle confezioni, ed 1nva23
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