Verso l'economia del neodualismo sione di tendenza al rialzo soltanto nel 1970 e nel 1971. Attualmente, la quota di reddito attribuita al fattore lavoro non supererebbe il livello del 1964 se non del 4-5 %, variazione questa che non sembrerebbe tale da giustificare tutte le conseguenze che viceversa se ne vogliono trarre. Questa situazione, vale la pena di aggiungerlo, si riscontra sia nel sistema economico nel suo complesso, sia nel solo settore privato; l'unico settore che fa eccezione è quello dell'agricoltura, che è il solo nel quale la quota di reddito attribuita al lavoro dipendente sia sostanzialmente cresciuta dopo il 1964. Vi è però un secondo elemento che, in quanto influisce sui profitti, non va trascurato, e che viceversa l'interpretazione basata esclusivamente sui rapporti tra salari e produttività lascia del tutto nel1' ombra. Quando, per spiegare la caduta degli investimenti, si risale alla caduta dei profitti, non bisogna dimenticare che il profitto (sia misurato come margine di profitto che come volume globale) dipende strettamente dal grado di utilizzazione degli impianti. In periodi di depressione, è probabile che i profitti vengano compressi non tanto dalla pressione dei salari, quanto dal fatto stesso che la domanda del mercato sia bassa, e produca dei salari, quanto dal fatto che la domanda del mercato sia bassa, e produca in tal modo un grado di utilizzazione degli impianti insufficiente. Se prendiamo in considerazione i dati relativi al grado di utilizzazione della capacità produttiva nell'industria manifatturiera italiana, il fenomeno risulta evidente. Il grado di utilizzazione degli impianti, dopo avere toccato un livello massimo nel 1963, al culmine della fase di espansione, è andato sostanzialmente declinando. Le cifre elaborate a questo proposito dall'Istituto nazionale per lo studio della congiuntura mostrano la situazione nei seguenti termini. Il primo spunto di ripresa seguito alla depressione del 1964 culn1ina nella primavera del 1969, quando si raggiunge un grado di utilizzazione pari all'84%. Dopo di allora, il grado di utilizzo declina progressivamente, fino a toccare, nel primo trimestre del 1972, il livello del 75% appena. In queste condizioni è evidente che è la bassa utilizzazione degli impianti che incide negativamente sui profitti. Quando il costo degli impianti grava su un volurne di produzione ridotto, il costo medio ne risulta automaticamente accresciuto, quale che sia la componente salariale, e la sua incidenza sui costi. Se si vogliono discutere gli effetti che i salari hanno esercitato sul livello dei profitti, occorre esaminare periodi di tempo nel corso dei quali il grado di utilizzo della capacità produttiva è stato omogeneo; se si paragonano periodi di alta utilizzazione con periodi di utilizzazione ridotta, qual19
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