Autori vari strittive. L'origine remota della depressione risiederebbe quindi nel potenziale inflazionistico che l'economia italiana porta con sé. A questo punto, l'analisi si sposta necessariamente sull'identificazione dei fattori che sarebbero causa pern1anente di inflazione. Qui le interpretazioni sfociano in una molteplicità di valutazioni, che differiscono tra loro non solo nei dettagli, ma anche nell'impostazione di base. C'è chi vede alla radice dell'inflazione la pressione dei salari (questa è ovvia1nente la versione degli ambienti industriali, ed in parte la versione dell'Istituto di emissione); c'è chi considera causa determinante il fatto che la pressione salariale si sia concentrata in alcuni settori privilegiati, i quali hanno la forza contrattuale e la possibilità economica di ottenere trattamenti sempre più elevati, e finiscono con il trainare nella stessa scia tutti gli altri settori, ivi compresi quelli che, per motivi strutturali, non avrebbero alcuna possibilità di concedere aumenti salariali altrettanto elevati (questa è la versione di chi attribuisce la pressione salariale a spinte corporative, ed invoca quindi una disciplina salariale generalizzata sotto forma di politica dei redditi o di altre forme di regolamentazione concordata). C'è poi chi attribuisce la carica inflazionistica agli squilibri strutturali che sussistono dal lato dell'offerta di beni e servizi: secondo costoro, ogni aumento di salari, anche giustificato, comporta un aumento di domanda che urta contro un'offerta che, almeno in alcuni settori, risulta rigida: ne derivano aumenti dei prezzi (ad esmpio nel settore delle abitazioni, in quello dei prodotti alimentari, ecc.), che a loro volta mettono in moto la spirale dell'inflazione. Al polo opposto, contro gli interpreti dell'inflazione strutturale, vi è ancora chi pone alla radice dell'inflazione la spesa pubblica eccessiva, il costante disavanzo del bilancio dello stato, o, come talvolta si dice, la situazione rovinosa delle finanze pubbliche (anche se questi autori sono i medesimi che riconoscono come i cospicui disavanzi di competenza diano luogo ad altrettanti residui non spesi, per cui, quale che sia lo stato della finanza pubblica, è difficile che questa possa costituire fonte di inflazione). Al di là delle polemiche sulle cause dell'inflazione, l'aspetto principale sul quale è opportuno richiamare l'attenzione è che l'inflazione italiana, nel suo complesso, non è stata più veloce dell'inflazione negli altri paesi industrializzati. Questo è un elemento che non va trascurato, perché, quando si indica l'inflazione come elemento determinante delle manovre restrittive, si vuole evidentemente affermare che le autorità monetarie sarebbero state costrette ad intervenire, non per tutelare la stabilità monetaria in sé e per sé (anche 16
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