Nord e Sud - anno XX - n. 157 - gennaio 1973

Argomenti modo si attribuiscono al giudice facoltà divinatorie che istituzionalmente non gli competono, dato che egli non dovrebbe solo accertare dei fatti ma addirittura prevedere il fu turo 11 • Tralasciando le motivazioni politiche (invero troppo evidenti) che si celano dietro l'infelice formulazione dell'art. 1, non rimane che domandarsi se il divorzio, quale è configurato nel testo della legge, sia un rimedio o una sanzione. Una prima valutazione porterebbe ad affermare senza ombra di dubbio la tesi del divorzio come rimedio. Se però si mettono a confronto il testo definitivo (emendato dal Senato) con quello approvato alla Camera si scopre, ad ese1npio, che nel progetto BasliniFortunà il divorzio seguiva ad una condanna all'ergastolo o a pene superiori a 12 anni per delitti non colposi. Nel testo definitivo, invece, come si ricorderà, il divorzio segue all'ergastolo o a pene superiori ai 15 anni, esclusi i reati politici e quelli commessi per motivi di particolare valore morale o sociale. Men tre cioè « per i laici non fa differenza nel freddo che lasciano nel letto di casa, il galeotto malvagio e quello che uccise per fini politici. Per i cattolici i due sono diversi ed il galeotto buono è una sciagura che la pietas impone di tollerare » 12 • A ben guardare, pertanto, filtrato attraverso lo spirito cattolico che ha per così dire inquinato la legge, il divorzio è e resta una sanzione che dovendo colpire qualcuno, colpirà il « cattivo » ma risparmierà il « buono ». Nonostante la sua veste din1essa la legge sul divorzio ha incontrato, e tutto lascia credere che incontrerà ancora, forti opposizioni sul piano politico e su quello giuridico. Il dibattito verte essenzialmente sul presupposto - sostenuto degli anti-divorzisti - che la legge sul divorzio viola l'art. 34 del Concordato e con esso l'art. 7 della Costituzione. La soluzione della controversia risiede, perciò, nella risposta a due interrogativi: si deve ritenere che l'art. 7 abbia costituzionalizzato i Patti Lateranensi e ancora: la legge sul divorzio viola effettivamente l'art. 34 del Concordato? Sul primo problema la dottrina discute da oltre vent'anni e laici e cattolici hanno potuto addirittura adottare, per affermare le proprie convinzioni, le tesi sostenute dagli avversari in sede di Costituente, giacché - è l'eterna ironia della storia - quando si discusse l'art. 7 i laici si affannavano a rassicurare i cattolici che quell'articolo avrebbe costituzionalizzato i Patti Lateranensi ed i cattolici si lamentavano che nori avrebbe costituzionalizzato un bel niente. Di fatto la lezione dell'art. 7 è 11 M. Giorgianni cfr. Cinque note sul divorzio in « Politica del Diritto » cit., pagg. 354-355 e· P. Barile, Il magistrato e il divorzio in « La Stampa», 20 dic. 1970. 12 G. Amato, Cinque note sul divorzio in « Politica del Diritto», cit., pag. 364. 113

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