Argomenti modo si attribuiscono al giudice facoltà divinatorie che istituzionalmente non gli competono, dato che egli non dovrebbe solo accertare dei fatti ma addirittura prevedere il fu turo 11 • Tralasciando le motivazioni politiche (invero troppo evidenti) che si celano dietro l'infelice formulazione dell'art. 1, non rimane che domandarsi se il divorzio, quale è configurato nel testo della legge, sia un rimedio o una sanzione. Una prima valutazione porterebbe ad affermare senza ombra di dubbio la tesi del divorzio come rimedio. Se però si mettono a confronto il testo definitivo (emendato dal Senato) con quello approvato alla Camera si scopre, ad ese1npio, che nel progetto BasliniFortunà il divorzio seguiva ad una condanna all'ergastolo o a pene superiori a 12 anni per delitti non colposi. Nel testo definitivo, invece, come si ricorderà, il divorzio segue all'ergastolo o a pene superiori ai 15 anni, esclusi i reati politici e quelli commessi per motivi di particolare valore morale o sociale. Men tre cioè « per i laici non fa differenza nel freddo che lasciano nel letto di casa, il galeotto malvagio e quello che uccise per fini politici. Per i cattolici i due sono diversi ed il galeotto buono è una sciagura che la pietas impone di tollerare » 12 • A ben guardare, pertanto, filtrato attraverso lo spirito cattolico che ha per così dire inquinato la legge, il divorzio è e resta una sanzione che dovendo colpire qualcuno, colpirà il « cattivo » ma risparmierà il « buono ». Nonostante la sua veste din1essa la legge sul divorzio ha incontrato, e tutto lascia credere che incontrerà ancora, forti opposizioni sul piano politico e su quello giuridico. Il dibattito verte essenzialmente sul presupposto - sostenuto degli anti-divorzisti - che la legge sul divorzio viola l'art. 34 del Concordato e con esso l'art. 7 della Costituzione. La soluzione della controversia risiede, perciò, nella risposta a due interrogativi: si deve ritenere che l'art. 7 abbia costituzionalizzato i Patti Lateranensi e ancora: la legge sul divorzio viola effettivamente l'art. 34 del Concordato? Sul primo problema la dottrina discute da oltre vent'anni e laici e cattolici hanno potuto addirittura adottare, per affermare le proprie convinzioni, le tesi sostenute dagli avversari in sede di Costituente, giacché - è l'eterna ironia della storia - quando si discusse l'art. 7 i laici si affannavano a rassicurare i cattolici che quell'articolo avrebbe costituzionalizzato i Patti Lateranensi ed i cattolici si lamentavano che nori avrebbe costituzionalizzato un bel niente. Di fatto la lezione dell'art. 7 è 11 M. Giorgianni cfr. Cinque note sul divorzio in « Politica del Diritto » cit., pagg. 354-355 e· P. Barile, Il magistrato e il divorzio in « La Stampa», 20 dic. 1970. 12 G. Amato, Cinque note sul divorzio in « Politica del Diritto», cit., pag. 364. 113
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==