Nord e Sud - anno XX - n. 157 - gennaio 1973

Pasquale Coppola buona diffusione del «Tempo», ma a fronte a questo sta anche una propensione alla lettura de « Il Borghese » che si avverte prroporzionaln1ente maggiore che nel resto d'Italia; né quest'ultimo fatto deve meravigliare, dato che tra i lettori meridionali di settimanali, per questioni di censo ed alfabetizzazione, la quota di nostalgici benpensanti è certo maggiore che altrove. La maggiore diffusione spetta, qui come nel resto d'Italia, a quella « Famiglia Cristiana » che, appoggiando la propria rete di distribuzione al canale capillare e zelante delle varie organizzazioni diocesane, forma un fenomeno a parte, inondando il paese con oltre 1.700.000 copie. Il ruolo della stampa settimanale, nel Sud come in tutto il paese, ma con conseguenze proporzionalmente assai maggiori nel Sud, non si pone dunque ad integrazione efficace delle carenze della stampa quotidiana. Questo a parte, s''intende, alcune lodevoli eccezioni, che, per essere tali, limitate a qualche onesta - ma sporadica - inchiesta o a qualche testata d'ispirazione non conformista, esercitano il loro impatto nell'arco temporale di un breve ripensamento di un tema o nell'ambito spaziale delle corti intellettuali di cui si è già detto. Nessuno, in fondo, illustra alla masse di lettori del Sud i loro reali problemi. Non è che qui si auspichi un'editoria settimanale nel Meridione e per il Meridione: sarebbe pura utopia. Ma si rileva il problema con1e uno di quelli che coinvolgono grosse responsabilità politiche e degli operatori culturali, se alla stampa tutta va riconosciuta una funzione di preminente interesse pubblico e se l'impegno meridionalista deve di tale interesse pubblico rappresentare una parte cospicua. In realtà la concorrenza maggiore al settore dell'informazione scritta è opposta, qui più che altrove, dall'infonnazione audiovisiva. Se ne vogliamo una prova che vada oltre i ben noti indici di diffusione degli abbonamenti alla radio ed alla televisione, diamo una sbirciata alla circolazione di pubblicazioni specializzate nel campo dei programmi della RAI-TV. Scopriremo che i tre maggiori tra questi settimanali tiravano da soli, alla data prescelta per la nostra messa a punto, oltre due milioni di copie e che per almeno uno di essi (« Sorrisi e Canzoni-TV ») gli indici di diffusione nelle regioni meridionali si scostano di poco dalla media nazionale (addirittura superandola in Campania), mentre per gli altri due (« Bolero-Teletutto » e « Radiocorriere-TV ») gli scarti, per quanto sostanziosi, restano sempre di gran lunga inferiori a quelli che si registrano per il resto della stampa settimanale. Una riprova su un piccolo campione. Dall'indagine condotta dal Centro Servizi Culturali di Torre del Greco nell'ambito del comprensorio 104

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