Argomenti tutti i ' mezzi di comunicazione di massa ': esponenti politici troppo spesso non agguerriti, anche se verbalmente aggressivi, o talvolta impreparati, e sorteggio assurdo nella designazione dei giornalisti chiamati a interrogare o contraddire (una lotteria che poneva sullo stesso piano moltissimi giornali d'ogni genere, trascurando anche la possibilità di opporre alla recitazione del neo-fascista Almirante persone addestrate a discutere su fatti e cifre e a ' comunicare' con il grande pubblico). In simili circostanze, il mezzo televisivo non fa opinione. Invece per molti segni è lecito supporre che la stan1pa qualificata abbia fatto opinione; ad essa si deve se gran parte del voto fluttuante è stata recuperata alla responsabilità. Nella 1nisura in cui l'argomentazione ha disprezzato le psicosi collettive, ha respinto le minacce e ha usato quella ragione civile e moderata che sa diffondere il 'forte agrume di verità', sembra che abbia raggiunto qualche successo » 8 • Abbiamo personalmente sostanziose remore sul comportamento di questa stampa moderata, il cui modus, misura, è invocato da Ronchey senza che ci sia chiarito « chi è » a stabilire tale modus. E si potrebbe facilmente ironizzare e magari scoprire dietro tanta misura tanti smisurati e compromettenti interessi. Ma se l'osservazione di Ronchey è valida, a di5petto delle più autorevoli considerazioni prima svolte - e deve pur essenri in essa un fondamento di verità se non vogliamo finire col negare qualsiasi capacità di influenza alla stampa e sancire il crollo totale del Quarto Potere -, se essa, dunque, è valida, allora la stampa quotidiana ha anch'essa una sua grave responsabilità nell'approfondimento di quella che lo stesso Ronchey chiama la linea Dixie che, passando per Roma, delimita come un fenomeno sudista l'apogeo della Destra Nazionale. Giacché è un fatto che ovunque nel Sud peninsulare la percentuale dei voti della Destra Nazionale, per quanto alta, resta inferiore alla forza d'urto sviluppata dalla stampa di destra, bisogna solo compiacersi del buon senso delle genti del Sud e della forte matrice antifascista che in esse è pur viva se Almirante e Lauro non hanno ancora la carica di viceré delle Due Sicilie. Gravissime paiono comunque, in quest'òttica, le responsabilità di coloro che, ben consci del peso di tale stampa e dei limiti strutturali propri alla stampa partitica di sinistra, non hanno mai assunto o stimolato iniziative nel campo dell'edHoria giornalistica locale capaci d_i modificare questo stato di cose aggredendo sul terreno dell'informazione la falange neofascista. Il fatto che più o meno colpevolmente sfugge è che se l'impatto della stampc;1 di qualsiasi corrente può v·alutarsi moderatamente suls « La Stampa», 10 maggio 1972. 99
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