Francesco Lucarelli zione da parte del proprietario e stabilendo modificazioni nell'erogazione dei canoni che alterano i piani aziendali. In verità, agli inizi dell'anno 1972, si assiste, in concomitanza alla svolta politica, ad una progressjva revisione di metodi ed obiettivi che investe gli indirizzi costituzionali, la politica legislativa, la situazione economica e l'ambiente sociale. Nel contempo si inaspriscono talune posizioni dottrinarie e tende a saldarsi il cerchio del conflitto in seno alla magistratura. Per quanto riguarda l'inversione di tendenze della Corte costituzionale, esaminando il sottofondo politico, possiamo avanzare l'ipotesi che la « presa di potere » di forze tradizionali ma turi nella consapevolezza del ruolo politico esercitato negli anni '60 dalla Corte Costituzionale, che non ha inteso limitarsi al controllo dell'attività legislativa, ma è assurta a guida del potere politico, coordinando obiettivi e proponendo tendenze: se ciò è palese in materia di diritti civili personali e inviolabili, non può negarsi l'influenza dell'orientamento costituzionale su tutta l'area dei diritti soggettivi, con diverse gradazioni, dal 1962 al 1971. Ci sembra conseguenziale, quindi, che proprio in direzione della Corte costituzionale si rivolga la strategia delle reazione borghese che - forte dell'apporto della dottrina prevalente, in veste di persuasore occulto, e degli alti gradi della magistratura; sfruttando abilmente la rinnovata composizione del panorama politico, che ripropone tradizionali presenze nelle scelte di potere - ha inteso incidere sulle funzioni del consiglio alterando quell'equilibrio di tendenze e quella funzione super partes, che ne aveva caratterizzato attività e prestigio nel decennio trascorso. Chiari segni ammonitori sono i recenti giudicati in tema di affitti urbani e rustici, che restituiscono al diritto del proprietario assenteista connotati di « soggettività », in rinnovati poteri di azione e controllo nei confronti dell'affittuario. Ma la sentenza richiamata, a dar corpo a voci sempre più credibili, non costituirebbe che il prodromo ad una serie di giudicati, intesi a paralizzare i punti qualificanti della legislazione speciale (legge sull'edilizia economica e popolare; ulteriore revisione della legislazione sui fondi rustici). L'orientamento costituzionale si riflette nel nuovo corso politico e legislativo: al progetto di riforma degli affitti rustici, sembra dover seguire un complesso « riordinamento » dell'intera materia; mentre l'edilizia privata, svirilizzata l'edilizia pubblica, richiede, in nome di un distorto concetto di liberalismo, il rilancio del settore attraverso una normativa che ripristini il disorganico sviluppo degli anni trascorsi, fonte di delittuosi arricchimenti. FRANCESCO LUCARELLI 94
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