Nord e Sud - anno XIX - n. 156 - dicembre 1972

Vittorio Barbati come si è detto prima, il coronamento della « Ostpolitik » di Brandt, ossia il coronamento della politica che il cancelliere tedesco ha portato avanti - e che, ovviamente, dopo la vittoria elettorale del 19 novembre, continuerà a portare avanti - per la « regolarizzazione » dei rapporti della Germania Federale con l'Est europeo. Questa « regolarizzazione » rappresenta senza dubbio un fatto positivo. In sostanza, si tratta dell'accettazione di una realtà che non appare modificabile in breve tempo. Senza voler mettere in dubbio il diritto della Germania alla riunificazione, bisogna dire che i due Stati tedeschi esistono e che non potevano continuare in eterno ad ignorarsi « ufficialmente » a vicenda. Il trattato « intertedesco », pur non pregiudicando in linea di principio una futura, possibile unificazione della Germania, costituisce l'accettazione di uno stato di fatto. Ed anche la premessa all'intensificazione dei rapporti fra i due Stati che, nel centro dell'Europa, rappresentano la stessa nazione. Il trattato non influisce, è detto esplicitamente, sugli accordi bilaterali e multilaterali già stipulati dalle due « parti contraenti ». Ma potrà influire su quelli che esse dovranno stipulare. Senza mettere in dubbio l'abilità, ed anche la « fede », del cancelliere Brandt, bisogna dire che non sarà sempre facile per lui procedere sul doppio binario dell'« europeismo », da un lato, e della « concordanza » con la Germania dell'Est, dall'altro. Il discorso sulla « regolarizzazione » dei rapporti intertedeschi si salda al discorso sulla « sicurezza europea ». Anche se costituisce uno solo dei molti aspetti di quest'ultimo. In realtà, l'espressione « sicurezza europea » si presta ad ogni tipo di interpretazione. Per l'URSS, essa poteva avere, in passato, il doppio significato di riconoscimento dello status quo e di allontanamento dell'Europa delle forze militari americane. Il primo motivo - che rivestiva un particolare interesse anche per la Germania-Est e la Polonia - è venuto a cadere, dopo l'accettazione, da parte di Bonn, prima della « frontiera » dell'Oder-Neisse e poi della situazione di fatto creatasi fra le « due » Germanie. Il secondo motivo, dopo il « vertice » di Mosca di maggio e soprattutto dopo il « vertice » europeo di ottobre, ha probabilmente perduto, sia per l'Unione Sovietica che per il Patto di Varsavia ( controllato, del resto, dalla stessa Unione Sovietica », almeno una ·parte del suo valore: quasi quasi, si può pensare che l'URSS possa trovare maggiore convenienza nella permanenza delle forze americane in Europa piuttosto che nella nascita di un'Europa occidentale politicamente unita e militarmente forte ed autonoma. Con l'interlocutore 54

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