Vittorio Barbati In tali condizioni, la ripresa di relazioni « normali » con il Giappone appare particolarmente importante per l'Unione Sovietica. Ma, sebbene anche il Giappone dimostri di avere interesse a regolarizzare tali rapporti anomali - ai quali, in seguito al riavvicinamento fra Pechino e Tokio, si sono aggiunti recentemente quelli con Formosa, che ha rotto le relazioni diplomatiche con il paese del Sol Levante, ma continua ad intrattenere con esso importanti rapporti commerciali - la cosa presenta qualche difficoltà, soprattutto perché c'è di mezzo la faccenda della restituzione di quattro isole dell'arcipelago delle Curili, che la Russia occupò nel 1945. Appare chiaro che l'incontro fra il Giappone - sempre più intenzionato (com'è provato, fra l'altro, anche dal recente aumento delle sue spese per la difesa) a conseguire un peso politico proporzionato alla sua statura economica - e la Cina - ormai inserita «ufficialmente» nella grande diplomazia internazionale - presenta prospettive d'incalcolabile portata. Ed è altrettanto evidente che né gli Stati Uniti né l'Unione Sovietica sottovalutano l'importanza della svolta che tale incontro ha determinato: i primi per i vantaggi che possono trarne, dato che lo stabilimento, in Asia e nel Pacifico, di nuovo equilibrio, fondato sulla « cooperazione » cino-nipponica, può alleggerire notevolmente i loro oneri, contribuendo ad accrescere quella libertà di manovra alla quale essi tendono con la « strategia globale » inaugurata da qualche anno; la seconda, perché non può ignorare, da un lato, l'importanza di una «mossa» che ha praticamente ridotto il valore del suo accordo con l'India e, da un altro lato, la necessità, resa più impellente proprio dai recenti accordi economici e commerciali, di negoziare su basi nuove la « regolarizzazione » dei suoi rapporti con il Giappone. In effetti, il « riavvicinamento » cino-nipponico può avere conseguenze di portata incalcolabile, che non è possibile prevedere, ma sulle quali è indispensabile formulare delle ipotesi, non per il gusto delle disquisizioni accademiche ma perché a tali ipotesi può essere legato, almeno in parte, il destino dell'umanità. Da un lato, l'incremento dei rapporti commerciali cino-giapponesi può rappresentare per il Giappone un ulteriore stimolo ad una crescita e ad un'espansione che, per il loro dinamismo e la loro consistenza, preoccupano già parecchio i paesi occidentali. Da un altro lato, tale incremento, saldandosi ad una possibile penetrazione economica americana in Cina e in Russia - e non possiamo escludere, anche se, è bene dirlo, siamo nel campo delle supposizioni, che nell'incontro di 50
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