FRONTIERE La strategia del riavvicinamento di Vittorio Barbati Abbiamo assistito, quest'anno, ad una serie di eventi internazionali di eccezionale portata: il viaggio di Nixon a Pechino, che ha sancito il « riavvicinamento » cino-americano; il successivo viaggio dello stesso Nixon a Mosca, con il quale sono state gettate le basi di un nuovo modus vivendi fra gli Stati Uniti e l'URSS; l'incontro di Honolulu, fra Nixon e il nuovo pre1nier giapponese Tanaka; che ha segnato un fondamentale punto di svolta nei rapporti nippo-americani; il viaggio dello stesso Tanaka a Pechino, con il quale è stato infranto il muro di diffidenza e di ostilità che separava la Cina ed il Giappone; il « vertice» europeo, che ha visto riuniti a Parigi i rappresentanti dell'Europa dei Nove; la conclusione del trattato « intertedesco », che ha coronato la « Ostpolitik » di Brandt; l'inizio, ad Helsinki, dei colloqui preliminari per la convocazione della Conferenza per la sicurezza europea. Ed abbiamo assistito anche ad altri avvenilnenti, di tipo diverso ma di portata non minore, come le vittorie elettorali di Nixon negli Stati Uniti e di Brandt in Germania, e ad altri ancora, di natura economica ma con evidenti sottofondi politici, corne gli accordi economici e commerciali conclusi dall'URSS con gli Stati Uniti e con il Giappone, e le « mosse » compiute da vari paesi dell'Europa occidentale per « penetrare » nel mercato cinese e per « consolidare » i rapporti economici con l'Est europeo e con l'Unione Sovietica. È chiaro che, in un quadro generale estremamente mutevole, sono in atto molti processi di « avvicinamento » o di « riavvicinamento » nell'ambito dei quali molti paesi, grandi e piccoli, sono alla ricerca di_ equilibri più validi di quelli attuali. Non ~ inopportuno, perciò, al fine di poter avere una visione almeno non troppo incompleta del nuovo «mosaico» internazionale che si va profilando, esaminare separatamente le varie « tessere » che lo compongono, per tentare poi di riunirle in modo organico. 45
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