Nord e Sud - anno XIX - n. 156 - dicembre 1972

Italo Talia TABELLA 1 OCCUPAZIONE INDUSTRIALE IN ITALIA AI CENSIMENTI DEL 1961 E DEL 1971 Circoscrizioni Variazione territoriali 1961 1971 assoluta percentuale Italia Nord-occ. 2.711.310 2.956.824 245.514 9,0 Italia Nord orient. 1.153.178 1.485.955 332.777 28,8 Italia centra le 881.851 1.098.244 216.393 24,5 Mezzogiorno 863.931 986.950 123.019 14,2 ITALIA 5.610.270 6.527.973 917.703 16,4 Tuttavia, per cogliere appieno, ancora oggi, il fenomeno della concentrazione geografica dell'industria italiana, sia pure in un contesto territoriale più ampio, basta far riferimento alle tre regioni collegate sull'asse TorinoMilano-Venezia che raccolgono il 51,4% dell'occupazione industriale complessiva dell'intero paese. Se poi alle regioni del « triangolo » si aggiungono « il Veneto e l'Emilia-Romagna, per 'fare' la 'Padania' si arriva addirittura al cospicuo peso del 65,3% ». Passando dalle regioni settentrionali alle regioni dell'Italia centrale (compreso tutto il Lazio), va detto che si nota un rilevante incremento dell'occupazione industriale: oltre 216 mila addetti in più, pari al 24,5%. Incremento di oltre 10 punti superiore a quello fatto registrare dalle regioni meridionali. Ed infatti, nella graduatoria delle singole regioni italiane quanto ad incrernento dell'occupazione industriale, nell'intervallo 1961-1971, troviamo le :Marche al primo porto ( + 46,4% ), l'Umbria al terzo posto ( + 39,9% ), il Lazio al nono posto ( +23,1%) e la Toscana all'undicesimo ( +17,5%), con tassi di incremento tutti superiori alla media nazionale. Come si vede, dunque, si può dire - sia pure in prima approssimazione - che cadono due luoghi comuni. Quello, tanto caro a certi ambienti del Nord, relativo alla definizione del triangolo industriale come « triangolo fantasma », e quello di un preteso sottosviluppo, identico a quello del Mezzogiorno, delle regioni dell'Italia centrale. Quanto al primo mito, infatti, se è pur vero che l'entità geografico-territoriale del triangolo industriale « sta rivelandosi sempre più sbilanciata su due vertici forti (Milano e Torino) a fronte di un vertice debole (Genova)», è pur vero che le perdite di occupazione industriale fatte registrare dalla Liguria sono pit1 che compensate da quelle fatte registrare dal Veneto e dall'Emilia. Può anche darsi, quindi, che la figura geometrica cambi di forma e da triangolo diventi un poligono con altri due vertici, il primo nel Veneto ed il secondo in Emilia, ma ciò che non carnbia è la sostanza di una fortissima concentrazione dell'industria italiana e della relativa occupazione nelle regioni dell'Italia settentrionale. Quanto al secondo mito, poi, quello di una Italia centrale povera e 42

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