Giovanni Russo - Italo Talia bile capacità corrosiva di Roma, in cui tutto finisce per essere demistificato, ma, purtroppo, spesso, anche avvilito. Flaiano era critico feroce di tutto ciò che suonava artificioso, retorico, fasullo. Credeva nella intelligenza, nella cultura, nel talento vero che rispettava ma constatava come fosse se1npre più rara. Al loro posto trionfava proprio a Roma, l'improntitudine, l'affarismo, l'improvvisazione, spesso contrabbandate con il « sinistris1no » salottiero degli intellettuali « compagni di strada ». A questo metodo corruttore egli si ribellava, non esitando ad andare contro le mode e i conformismi degli intellettuali ufficiali (e ne sono prova anche i suoi ultimi interventi polemici sui Festival e sul cinema cosiddetto di sinistra) perché aveva come misura degli uomini e delle opere ancora l'ideale classico della perfezione artistica. Nessuna stoltezza maggiore si poteva scrivere di quella che Flaiano fosse uno « scrittore borghese», definizione che dimostra la incapacità di uscire da schemi comodi, alibi di ogni torpore intellettuale. Del resto Flaiano lo aveva previsto quando diceva, non senza riderne, agli amici: « Quando morirò i giornali comunisti scriveranno che sono stato uno scrittore borghese». Per Flaiano l'ideale artistico era così in alto che finiva, a torto, per sembrargli irraggiungibile sicché spesso preferiva consumare in una battuta le scintille splendenti della sua intelligenza. Ed era forse proprio questa convinzione, la ragione più profonda della sua infelicità. GIOVANNI Russo L'occupazione industriale tra i due censimenti Nel 1971, secondo i dati dell'ultimo censimento industriale e commerciale, l'occupazione complessiva ha raggiunto, nel nostro paese, la cifra di 6.527.937 persone censite sulla base delle singole unità locali operative. Cifra più che rispettabile se si tiene presente che il censimento industriale non tiene conto delle persone che pur esplicando un'attività lavorativa non fanno capo ad una unità locale (lavoranti a domicilio, muratori, idraulici, ecc.), persone che, invece, vengono rilevate sia dall'indagine sulle forze di lavoro sia, in modo più preciso, dal censimento generale della popolazione. Pertanto, anche se si può ritenere che il dato generale del livello di occupazione censito nel settore secondario e terziario sia sottostimato (ad esempio, sulla base delle quattro indagini campionarie trimestrali relative al 1971 risulta una occupazione media che supera nell'industria gli 8 milioni e 100 mila addetti), non vi è dubbio che siano questi i dati che ci dànno il quadro più esatto sul grado e sul tipo di industrializzazione raggiunto dal paese. Va subito detto, però, che per ora 40
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