GIORNALE A PIU' VOCI La piccola industria L'interesse che suscitano i problemi della piccola e media industria, confermato dalle numerose indagini giornalistiche loro dedicate, rivela, oltre l'importanza della funzione insostituibile che questi tipi di imprese esercitano nell'econon1ia generale di un Paese, anche lo stato di crisi in cui sse versano, non solo in Italia ma un po' ovunque nel mondo industrializzato. Le apprensioni appaiono ancor più giustificate nel nostro Paese ove si registra una delle più alte densità di piccole imprese rispetto al totale delle aziende del settore industriale. Infatti il 28 per cento della n1anodopera è occupato in Italia in stabilimenti con meno di 10 dipendenti ed il 35 per cento in stabilimenti con meno di 20 dipendenti. Le piccole imprese sono indispensabili quanto le grandi per la efficienza del sistema produttivo, la loro validità si basa non solo sul contributo che esse apportano in termini di produzione ma anche sulla loro funzione sociale. Sotto il primo profilo, si sottolinea il preciso ed autonomo ruolo delle aziende minori nel campo delle produzioni comple1nentari a quelle delle grandi aziende, in quei settori in cui i mercati di endita sono limitati per cui la piccola dimensione produttiva è la forma di organizzazione più efficace, in quelle produzioni nelle quali le economie di scala sono tra curabili mentre è necessaria la massima elasticità di gestione. Sotto il secondo profilo, l'importanza delle piccole imprese viene considerata rilevante perché aumenta la quota di occupazione, contribuisce all'entrata nel mondo economico di nuovi in1prenditori, assicura la massima diversificazione dei prodotti offerti sul mercato. Ma, nonostante questi elementi di validità, la piccola industria sta perdendo terreno in modo progressivo e preoccupante. Come si spiega allora l'antinomia tra validità potenziale e crisi in atto? Anzitutto vanno considerati i motivi congiunturali che, insieme a nuovi oneri e alla din1inuzione delle giornate lavorative, hanno portato i costi di produzione a livelli inflazionistici, per cui molte imprese minori hanno dovuto passare la mano a chi aveva più fiato; altre imprese sono cadute per insufficienza di capitali, e a questo riguardo bisogna ricordare come il sistema del mediocredito, specializzato per il finanziamento delle piccole e inedie industrie, si sia trovato privo di mezzi proprio nel momento in cui sarebb~ stato più necessario un suo intervento. . Vi sono da sottolineare ancora l'atteggiamento dei sindacati, che non hanno voluto ammettere che il lavoro non poteva essere :::onsiderato all'infinito una variabile indipendente, e l'incapacità di alcuni imprenditori che, adagiandosi sui facili profitti nel periodo del « miracolo» economico, si sono curati poco del capitale di riserva e del rinnovo degli impianti. Infine, ma non 31
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