Cronache parlamentari stati riconosciuti come pienamente rispondenti agli interessi generali del paese, all'esigenza di uno sviluppo equilibrato. Anche su questo naturalmente dobbiamo discutere, e soprattutto di questo deve dar conto la relazione che mi è stata affidata, dopo aver fissato in generale le condizioni grazie alle quali possono ritenersi fondati i propositi da ogni parte 1nanifestati di avvalersi delle aziende a partecipazione statale per talune funzioni strategiche dello sviluppo economico e civile del paese, e grazie alle quali possono essere considerati attuabili i programn1.i di investimenti preannunciati dagli Enti di gestione. Certo il volun1.e degli investimenti preannunciati è soddisfacente e promettente, così come le scelte· settoriali sono interessanti. Ma non dimentichiamo la riserva espressa nella relazione programmatica del Ministero, secondo cui, se la situazione non dovesse migliorare, si dovrebbero « dilazionare i tempi di esecuzione dei progran1.mi in corso », ed anche « stralciare i progetti non più fondati su attendibili convalide economiche ». Questa riserva ha richiam.ato la 1nia attenzione di relatore e perciò ho creduto di dover insistere sulle condizioni che possono consentire o non consentire alle aziende a partecipazione statale di tener fede ai programmi preannunciati e di salvaguardare la loro competitività. Ma c'è anche un discorso sulla coerenza delle scelte di Governo rispetto agli obiettivi che si vogliono assegnare alle aziende a partecipazione statale. Ed a richiamare la mia attenzione di relatore su questo discorso è stata la conclusione cui approda il recente docun1.ento dell'JRI e che vale per tutte le aziende a partecipazione statale: vale per la verifica delle strategie di tutti gli Enti di gestione. Consentitemi di ricollegarmi a questa conclusione del docun1.ento dell'IRI con una domanda più o meno retorica (o provocatoria). Siamo tutti d'accordo a considerare il Sud con1e « punto di riferimento costante » non solo per le politiche settoriali degli Enti di gestione, ma anche, in generale, per tutto il « complesso di politiche all'ordine del giorno sul piano nazionale »? Se siamo d'accordo su questo punto di riferimento costante dobbiamo ammettere che si devono portare avanti politiche di riforma per la casa, per la scuola, per i trasporti, per la sanità, per il Mezzogiorno (e magari eccetera). Ma si deve dire, invece, che, come le politiche dell'IRI per la siderurgia, per la meccanica, per l'elettronica eccetera, si sforzano di tener conto dell'esigenza di localizzare nel Mezzogiorno le più alte percentuali di investimenti e di crearvi il 1naggior numero possibile di nuovi posti di lavoro, così le politiche per la casa, per la scuola, per la sanità, per i trasporti devono tutte avere come punto di riferimento costante il Mezzogiorno, se non si vuole che risultino politiche appena in grado di medicare gli effetti senza poter in25
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