Nord e Sud - anno XIX - n. 156 - dicembre 1972

Luigi Mendia l'attività di ricerca, ritroviamo vuoti della stessa natura e s1 ripropongono le prospettive dello stesso tipo. È questo un argomento assai vasto, che andrebbe discusso separatamente. Ancora, nel settore ambientale le iniziative si svolgono per via settoriale, senza un collegamento interdisciplinare finalizzato. Sul principio romantico che ogni ricercatore come ogni pensatore deve essere libero di scegliere i suoi progran1mi, principio sulla cui validità in assoluto non può non concordarsi, è avvenuto, per motivi di varia natura, che purtroppo poco o modesto peso è stato fin qui dato ai problemi dell'ambiente, a meno di iniziative dovute a singoli. Orbene, tranne che per certi studi di base, una attività di ricerca « libera » al di fuori di ogni finalizzazione, appare un lusso che nessun paese dovrebbe intendere più di concedersi, quantorr1eno il nostro. Quale interesse possono, ormai, presentare studi su argomenti « puntiformi », rilevamenti ed indagini di situazioni locali, se da essi almeno non emergono indicazioni metodologiche? È pur vero, d'altro canto, che un''attività di studio finalizzata richiede la definizione degli obiettivi da raggiungere, e questi, a loro volta, devono essere indicati dalle linee programma ti che da tracciare a livello nazionale. In tale filone si profila lo sviluppo dei progetti speciali varati dal C.I.P.E., così come l'attività dell'I.R.S.A. del C.N.R. nel settore idrico. Nel campo della ricerca sviluppata dall'Industria, questa stessa necessita un indirizzo ed una definizione degli obiettivi economici da raggiungere; purtroppo va detto che la nostra industria nel settore del1' « inquinamento » ha finora preferito svolgere. la sua attività sulla base del « know ho,v » importato, preoccupandosi, per lo più, del fatturato a breve termine, piuttosto che di farsi promotrice di nuovi processi e strumentazioni. Se tale stato di fatto può trovare parziale giustifica nella scarsa richiesta che finora caratterizzava il mercato in argomento, riteniamo che sia giunto il tempo di un cambio di indirizzo, considerato, viceversa, il flusso di sollecitazioni, conseguenza del « nuovo corso ». I temi appena sfiorati propongono ancora una volta i problemi del collegamento tra il mondo della cultura, l'industria ed il mondo politico, l'esigenza di sviluppare il discorso sull'ambiente nell'ambito dei piani di assetto territoriale e di sviluppo economico, di finalizzare le attività di ricerca verso gli obiettivi che tali piani dovranno definire . . In sintesi ci auguriamo che sia terminata la fase emotiva e che si passi, con l'urgenza che la conoscenza dei fatti impone, ma soprattutto razionalmente, alla fase operativa. LUIGI MENDIA 122

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