Maria Chiara Acciarini Stato, non avrebbe potuto essere realizzata nell'ambito di un singolo Stato », al momento non si rifiutava certo di avviare la costruzione del socialismo in Russia, ed anzi intendeva accelerare· il ritmo di sviluppo economico di questo paese; anche cercando « accordi con il mondo capitalistico » 35 • A qualunque di queste due tesi si voglia aderire, è comunque certo che le conseguenze tratte dall''« Avanti! » e dalla « Gazzetta», dopo aver letto l'invito di Trockij ai capitalisti an1ericani, peccavano di superfì.cialità; sì che infatti i comunisti non solo potevano trovare in questa comune valutazione l'ulteriore conferma dei rapporti intercorrenti fra i due giornali, ma, a maggior ragione, erano in grado di contestare facilmente questa impostazione, sia spiegando la differente logica dei rapporti di produzione esistente tra un paese capitalista ed un paese socialista, sia sottolineando la necessità di sviluppare l'economia sovietica: « Le concessioni al capitale straniero sono il prezzo che il proletariato russo è costretto a pagare per lo stroncamento della rivoluzione nei paesi dell'occidente, opera della socialdemocrazia », osserva tra l'altro l' « Unità ». E l'articolo prosegue poi soffermandosi a descrivere le diverse condizioni in cui si trova il proletariato russo rispetto a quello occidentale: « Durante il periodo della guerra contro gli eserciti bianchi, gli operai russi hanno mangiato cinquanta grammi di pane al giorno e una minestra d'orzo, pur di mantenere il potere nelle loro mani». Essi sono i padroni dello Stato; essi controllano tutta la produzione; essi hanno le banche nelle loro mani. La parte di lavoro non pagata non va a beneficio del privato, 1na a beneficio della. collettività. Quindi « l'operaio russo paga gl'interessi del capitale straniero, ma riceve tutti i benefici dall'impiego di questi capitali nell''elevare il livello della produzione regolata statalmente » 36 • Ma nel distinguere i prestiti russi da quelli che poteva ricevere l'industria italiana, l' « Unità » non voleva neanche considerare l'opportunità dell'espansione del capitalismo americano negli stati europei e comunisti, espansione che, invece, proprio Trockij riteneva proficua ai fini della vittoria del movimento operaio. Infatti in un suo discorso pronunciato l'anno precedente e pubblicato nelle « Izvestija » il 5 agosto 1924 sotto il titolo Le premesse della rivoluzione proletaria 37 , egli aveva affermato che: « Quanto più la potenza del capitalismo a1nericano tende a trasformarsi in fiducia politica in se stesso e questo processo si accelera, quanto più il capitalismo americano si 35 È questa la tesi di Mandel in K. Krasso, E. Mandel, M. Johnstone, op. cit., p. 65. 36 « L'Unità», Quel che l' «Avanti!» non vuol capire, 24/10/1025. 37 Cfr. L. Trockij, I problemi della rivoluzione cinese e altri scritti su questioni internazionali (1924-1940),Torino, 1970, p. 546. 114
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