Nord e Sud - anno XIX - n. 156 - dicembre 1972

Maria Chiara Acciarini soggette ad un « tipico e doppio sfruttamento plutocratico ». A questo punto Fovel conclude che l'arrivo dei capitali da paesi economicamente più sviluppati dovrebbe significare per i lavoratori italiani un miglioramento delle condizioni di vita. Quindici giorni dopo la comparsa dell'articolo di Fovel appare sulle colonne dell'« Unità » una lettera di commento a firma di Angelo Tasca, col titolo aggressivo di Lo scandalo del massin1.alisn1.o. Ci si potrebbe domandare se è questo uno dei tanti esempi di quello che lo Spriana ha giustamente definito « il gusto della disputa bizantina ed alla rissa ideologica», caratterizzante i rapporti fra l'« Avanti! » e «L'Unità», ai quali la censura ormai sembra non lasciare altra licenza che « quella di polemizzare fra loro» 8 • Ma potrebbe anche essere un sintomo de] forte dissenso esistente tra comunisti e socialisti, dissenso aperto alla scissione di Livorno e destinato, per il momento, ad allargarsi sempre di più. Se la prima domanda non è del tutto infondata e serve a spiegare l'insistenza e l'accanimento sin d'ora avvertibile nelle accuse formulate da Tasca nei confronti di alcuni esponenti del partito socialista, tuttavia la sua lettera contiene anche una serie di considerazioni dalle quali emerge la sostanziale differenza di vedute fra socialisti e comunisti nel valutare gli avvenimenti economici e politici del nostro paese. Innanzitutto Tasca rigetta il paragone fra De Stefani e Volpi, fatto da Fovel a favore di quest'ultimo: protezionista era l'uno, protezionista è l'altro quando si tratta di associare « indisturbato il mercato interno agli alti prezzi e alla svalutazione della moneta che fa cadere i salari reali e permette il dumping della valuta sull'esportazione». Ma inoltre, aggiunge Tasca, che senso ha l'elogio dell'intervento del capitale americano dalle colonne di un giornale proletario? Non si sa forse che tale manovra non sarà affatto indifferente, per l'elevato ammontare dei tassi d'interesse e di commissione pattuiti? Come pensare poi che l'intervento economico non comporti anche l'ingerenza politica? Questi interrogativi erano certo degni di considerazione, ma ciò che li rese sul momento inaccettabili alla redazione dell'« Avanti! » dovette essere la loro appartenenza ad un contesto la cui tesi di fondo è formulata al termine della lettera, là dove Tasca rivolgeva chiaramente ai socialisti l'accusa di avere pubblicato l'articolo di Fovel per fare un servizio alla SIP (con questa industria, difatti, i socialisti si diceva avessero dei discutibili rapporti di collaborazione, provati, fra l'altro, dal fatto che 8 Cfr. P. Spriana, Storia del Partito comunista italiano, Torino 1967, vol. I, p. 458. L'autore sottolinea anche che il 1925 fu un anno assai duro per la stampa d'opposizione al fascismo: infatti « La Rivoluzione liberale » e « La Giustizia » furono soppressi, « Il Popolo» cessò le sue pubblicazioni in seguito all'espatrio di Giuseppe Donati, mentre l' « Avanti! » subì ben novantotto sequestri. 104

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