Maria Chiara Acciarini si risolveva nell'avvantaggiare ora l'uno, ora l'altro gruppo di « padroni del vapore » attraverso un sistema di esenzioni fiscali che venivano concesse sia agli investimenti stranieri in Italia, sia agli investimenti italiani all'estero. Non stupisce quindi il fatto che gli industriali italiani vedessero favorevolmente l'afflusso di capitale dai grandi paesi industriali. Fra i vari settori dell'industria quello elettrico era particolarmentç interessato al mercato estero che poteva costituire quella fonte di finanziamento necessaria per ammodernare e sviluppare gli impianti. Basti pensare che negli anni compresi tra il 1923 e il 1932 si ebbero in tali settori investimenti finanziari maggiori che nell'intero quarantennio precedente, ragione per cui il capitale delle società elettriche passò da 4600 a 10500 1nilioni, mentre gli impianti da un valore di 5900 milioni raggiunsero un valore di 15000 milioni 5 • Non essendo certo il mercato italiano di capitali in grado di fornire tale cifra era impellente il ricorso ai prestiti esteri. Per questo motivo gli industriali elettrici furono favorevoli alla stabilizzazione del potere d'acquisto della lira 6 , come si può, tra l'altro desumere dal discorso che il consigliere delegato della Edison, Giacinto Motta, pronunciò al I congresso dell'ANIEL tenutosi a Milano nell'ottobre 1925. Il Motta chiese infatti al governo, ed in particolare a Volpi (che tra l'altro faceva parte del gruppo elettrico, in quanto presidente di fatto della Società Adriatica di Elettricità) quella stabilizzazione monetaria che avrebbe dovuto avere come effetto di « estendere al di là dei confini il campo di ricerca del denaro, attualmente insufficiente sul mercato interno ». Aggiunse anche la richiesta della sistemazione dei debiti di guerra, condizione necessaria per ottenere prestiti dall'Inghilterra e dagli Stati Uniti, e della concessione della garanzia del cambio per il servizio di tali prestiti: richieste che furono tutte puntualmente soddisfatte. L'articolo di Fovel, pubblicato sull'« Avanti! » va dunque, collocato entro i confini della situazione che abb1arno così rapidamente ripercorso ed è· di particolare interesse, perché commenta quello che molto probabilmente fu il primo intervento diretto di Tapitale americano in una industria italiana, cioè l'acquisto da parte della banca americana Blain di 100 milioni di azioni della SIP. Intervento che ebbe ripercussione pubblica in campo giornalistico facendo sorgere una polemica che ben illustra la tensione di rapporti esistente fra socialisti e comunisti alla vig~lia della vittoria definitiva del fascismo. 5 E. Scalfari, Storia segreta dell'industria elettrica, Bari, 1963, p. 64. 6 Non furono invece favorevoli alla rivalutazione della lira, alla quale si procedette dopo il celebre « discorso di Pesaro » perché essa diminuiva gli arricchimenti dovuti alla polverizzazione dei debiti avvenuta negli anni 1918-22 in seguito alla grande diminuzione del potere d'acquisto della lira. 102
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