To111maso Luce mai esisti·ti; infine dopo la costruzione delle tre centrali nucleari di « prima generazione », negli anni tra il 1959-63, in Italia non è stata ordinata alcun'altra centrale nucleare sino al 1970. Ne deriva che in Italia le centrali nucleari già installate. o la cui installazione è già stata decisa, rappresentano una potenza di poco superiore a quella del Belgio, poco più di un terzo di quella francese e meno di un settimo di quella tedesca. E ciò, in un paese che (come risulta dai dati forniti dall'OECE ), nel 1969, risultava al diciassettesi1no posto nella classifica del consumo di energia elettrica per abitante -- e all'ultimo tra i paesi della Comunità Europea. Con questo triplice « non fare », si è ottenuto il risultato di penalizzare seriamente l'industria termoelettromiccanica del nostro Paese, nei confronti di quella degli altri paesi della Comunità Europea, con la quale essa è chiamata sempre più a confrontarsi - e sempre più lo sarà in avvenire mano a n1ano che l'integrazione economica europea si consoliderà e si allargherà. Se a questa condizione non sarà posto rimedio, la pressione dei gruppi industriali europei più potenti del settore determinerà inevitabilmente soluzioni di sacrificio e di subordinazione dell'industria nazionale - e proprio di un settore che, producendo le centrali elettriche, risulta essenziale per il progresso del Paese. Appare dunque urgente procedere anche in Italia da parte degli organi di Governo ad una azione concertata che, muovendosi lungo le direttrici indicate in precedenza, si proponga di intervenire nel settore dell'industria produttrice dell'equipaggiamento per le centrali elettriche secondo un disegno che si inserisca in una programmazione generale del settore. I punti qualificanti di tale disegno sono essenzialmente tre. Innanzitutto la ristrutturazione e razionalizzazione del settore te11moelettrorneccanico, prevalentemente nell'ambito delle Partecipazioni Statali. Sinora la sola iniziativa del settore ha riguardato la concentrazione di tutte le attività elettromeccaniche nel Gruppo IRI, attraverso il rilievo delle attività già appartenenti al Gn1ppo EFIM. Tale iniziativa è soltanto parziale, in quanto resta aperta, per il settore a Partecipazione Statale, la ristrutturazione dell'intero settore termomeccanico ( caldaie convenzionali e nucleari, turbine a vapore); in tale settore, anzi, non soltanto non è in atto alcuna formula di coordinamento, ma vi è addirittura una sHuazione di concorrenza all'interno delle Partecipazioni Statali. Esistono in materia direttive del CIPE, datate 2 agosto 1968 e confermate in data 4 giugno e 6 dicembre 1971, che stabiliscono per l'in92
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