Nord e Sud - anno XIX - n. 155 - novembre 1972

Un'industria per l'energia elettrica da un valore di circa il 14% nel periodo 1956-62, è salita progressivamente sino a raggiungere il livello di oltre il 40% negli ultimi due anni, in concomitanza con il passaggio dell'energia nucleare dalla fase sperimentale a quella industriale e commerciale. I fatti esposti in precedenza si possono pertanto così sinteticamente riassumere: l'industria termoelettromeccanica coincide con quella nucleare e si « finalizza » alle centrali nucleari; questa « finalizzazione » accresce in misura considerevole le esigenze dell'industria in materia di: progettazione, organizzazione d'jn1presa, tecnologie manifatturiere, attività di ricerca e sviluppo; tali esigenze, già di per sé onerose nel settore delle centrali termiche convenzionali per le caratteristiche dell'apparecchiatura prodotta discriminando la competitività - e anzi la capacità di sopravvivenza -- dell'industria a favore dei gruppi di maggiori dimensioni, di maggior esperienza tecnica, commerciale e imprenditoriale e di maggiore capacità di finanziamento. L'impegno dei Governi, messo in luce e motivato precedentemente, di sostenere le industrie termoelettromeccaniche nazionali, si è tradotto, nei Paesi più industrializzati, in una precisa politica le cui linee si possono così sintetizzare: a) tendenza dei produttori - pubblici e privati - ad installare in misura crescente centrali nucleari per coprire i fabbisogni di energia; b) aissunzione, da parte dei fondi pubblici di una quota rilevante delle spese che l'industria nucleare deve sostenere per assicurare lo sviluppo di produzioni con le caratteristiche richieste dal loro particolare impiego; e) decisa azioni per promuovere la ristrutturazione dell'industria termoelettromeccanica attorno ai gruppi di maggiori capacità e dimensioni, sia attraverso una direttiva « politica », sia attraverso le politiche di ordini di centrali dei produttori elettrici e quelle di sostegno dell'industria con fondi pubblici. In Italia, le politiche di Governo largamente adottate nei Paesi industrialmente più progrediti e basate sui principi descritti non hanno finora trovato attuazione. Infatti: innanzitutto il Governo non ha promosso in modo concreto il processo di ristrutturazione e razionalizzazione del settore termoelettromeccanico, neppure nell'ambito delle Partecipazioni Statali; in secondo luogo non sono stati mai destinati fondi diretti all'industria per il suo sviluppo tecnologico nel settore nucleare, essendo unico destinatario di tali fondi, per oltre un decennio, un Ente· di ricerca, il CNEN. E ciò, di nuovo in co.ntrasto con quanto avvenuto in altri Paesi, dove (Gran Bretagna, Svezia) non si è esitato a restringere il ruolo _degli Enti Nucleari di Stato per trasferire all'industria le attività di sviluppo ad essa più pertinenti in concomitanza con la maturazione industriale del -settore - o dove (Germania) tali Enti non sono 91

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==