Ton1maso Luce centrali nucleari, la cui economia migliora con il crescere delle dimens1on1. Se a ciò si aggiunge che le centrali idroelettriche e quelle termoelettriche convenzionali hanno di fatto già raggiunto « il tetto » del proprio sviluppo tecnologico e della propria convenienza economica - mentre al contrario tale sviluppo è solo agli inizi per le centrali nucleari - è ovvia la conclusione che l'industria termoelettromeccanica, nei suoi obiettivi, strutture e organizzazione, non può che finalizzarsi alla realizzazione delle centrali nucleari e del relativo equipaggiamento. Gli esempi dei principali gruppi industriali esteri convalidano tale conclusione. Negli Stati Uniti, i maggiori progettisti di centrali nucleari sono dei grandi gruppi di elettromeccanica (Genera! Electric, Westinghouse) e di caldereria (Babcock & \Vilcox, Combustion Engineering). In Germania, è stata attuata alcuni anni or sono la più importante ristrutturazione sinora intervenuta in Europa nel settore, attraverso la costituzione della KWU, nella quale i due grandi gruppi elettromeccanici Siemens e AEG hanno fatto confluire tutte le proprie attività progettistiche e manifatturiere relative alle centrali convenzionali e nucleari. In Gran Bretagna, i maggiori Gruppi industriali del settore elettromeccanico (Genera! Electric Ltd., English Electric, AEI) si sono concentrati nel 1968 attorno al maggiore di essi (Genera! Electric), mentre un altro gruppo è risultato dalla fusione della Reyrolle e della Parsons. Inoltre, i consorzi industriali che forniscono le centrali nucleari (e di cui i gruppi sopracitati sono parte preminente), si sono ridotti dai cinque iniziali a soli due (BNDC e TNPG ), con la prospettiva di un'ulteriore concentrazione in un unico Consorzio. All"estero, i Governi hanno nel contempo promosso questi processi di ristrutturazione attraverso una politica di rilevan1:i sostegni finanziari ai principali gruppi termoelettromeccanici per svilupparne le capacità nelle tecnologie nucleari, assumendosi una quota del « rischio d'impresa » che sempre si lega a sviluppi tecnologici complessi, costosi e di lungo termine, e quindi con « rientri » economici assai differiti nel tempo. Al proposito, basta ricordare che gli stanziamenti complessivi del Governo federale destinati all'industria termoelettromeccanica a partire dalrinizio dei programmi nucleari tedeschi (1956) e sino al 1971 sono ammontati a 2,281 miliardi di marchi (pari a oltre 410 miliardi di lire) e che tali stanziamenti hanno rappresentato, rispetto ai totali stanziamenti governativi nel seHore nucleare (industria, centri di ricerca, Istituti tecnologici, Università, ecc.), una quota percentuale che, partendo 90
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