Un'industria per l'energia elettrica litiche di acquisto favoriscono di fatto, in modo massiccio, l'industria termoelettromeccanica nazionale e, in effetti, le importazioni in Germania di tali apparecchiature sono state sinora insignificanti. In Italia, questi modi di intervento da parte del Governo non sono stati sinora attuati in misura paragonabile agli esempi citati. D'altra parte, l'ENEL, perché inizialmente non provvisto di un fondo di dotazione come il CEGB e l'EdF, ha dovuto impostare una politica di acquisto delle apparecchiature talvolta più diretta ad abbassarne i prezzi che a rafforzare l'industria costruttrice delle apparecchiature stesse. (È noto, ad esempio, che, intorno alla metà degli anni 1960, i prezzi italiani per alcune di queste apparecchiature erano i più bassi in tutta l'Europa Occidentale). Inoltre, la struttura dell'industria termoelettromeccanica italiana si presenta anche oggi eccessivamente frazionata, nei confronti di quella del resto dell'Europa Occidentale. In particolare, è tuttora frazionata l'industria del settore a partecipazione statale. Ciò premesso, è opportuno ricordare che l'industria termoelettromeccanica dei Paesi industrializzati già da vari anni sta operando, in misura sempre più marcata, nella costruzione di equipaggiamenti e apparecchiature destinate a centrali nucleari. Le relative produzioni sono abbastanza sin1ili sia per la parte elettromeccanica che di quella termica (caldereria). Le centrali nucleari sono però caratterizzate dalla necessità di un più raffinato sviluppo della progettazione, del suo coordinamento, della fabbricazione e dei controlli delle apparecchiature - e in genere da esigenze tecnologiche superiori - e dalla necessità di intense e costose attività di ricerca e sviluppo a sostegno delle produzioni. Si può quindi senz'altro dire che la cosiddetta « industria nucleare » coincide con l'industria termoelettromeccanica, poiché non vi è, di fatto, l'intervento di costruttori di altri settori industriali, bensì la necessità di una maggiore capacità - anche organizzativa - e sofisticazione tecnologica dell'industria stessa. È noto d'altronde che per varie ragioni - in primo luogo economiche - le centrali elettronucleari si avviano a costituire, in tutto il mondo, una quota sempre crescente delle nuove installazioni di centrali nei prossimi anni. Ad esempio, si prevede che nel 1 <;'80nella Comunità Europea saranno installati complessivamente MWe nucleari pari al 20-30% della totale capacità installata: negli Stati UnHi oltre il 30%; in Giappone oltre il 30%. Anche la· tendenza sempre pii1 marcata verso l'installazione di potenze unitarie crescenti. (1000 MWe e oltre) favorisce notoriamente le 89
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